Zanda (Pd): "A nessuno conviene far cadere il governo Draghi"
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Zanda (Pd): "A nessuno conviene far cadere il governo Draghi"

L'ex capogruppo del Pd al Senato: "Il sistema politico italiano è in sofferenza, tutti i partiti hanno problemi di equilibrio al loro interno e anche il Parlamento è in difficoltà"

Zanda (Pd): "A nessuno conviene far cadere il governo Draghi"
Luigi Zanda
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20 Febbraio 2022 - 11.35


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Pd, che cosa farà Letta? “Se non ci fosse intesa tra Draghi e i partiti della sua maggioranza, il governo non avrebbe più ragione di esistere”. Lo ha detto Luigi Zanda, ex capogruppo del Pd al Senato. “A chi converrebbe per i prossimi 12 mesi, da qui alle elezioni, tirare a campare? Le scaramucce parlamentari non servono a Draghi, né al Parlamento, né ai partiti. Soprattutto sarebbe un dramma per l’Italia”. Forse la Lega di Salvini potrebbe trarne un vantaggio di consensi? “No – afferma Zanda – , nemmeno alla Lega conviene danneggiare l’Italia. Aggiungo che neppure conviene all’opposizione di Giorgia Meloni, che non a caso ci tiene a sottolineare di guidare un partito patriottico”.

“L’incidente politico sul Milleproroghe non ha riguardato questioni marginali. Perciò – chiarisce – è giusto che Draghi abbia voluto valutare la tenuta della sua maggioranza. Il punto politico-istituzionale riguarda il Parlamento” che osserva “ha spazi enormi d’iniziativa. Penso alle questioni oggetto dei quesiti referendari, che le Camere avrebbero dovuto e potuto già risolvere, all’infinito numero di proposte e disegni di legge di iniziativa parlamentare che giacciono nelle commissioni. Ma se i provvedimenti sono del governo, approvati in cdm dai ministri, è corretto che Draghi chieda ai partiti di essere rassicurato sulla coerenza tra l’azione di governo e la volontà della sua maggioranza. Se non ci fosse intesa tra Draghi e i gruppi parlamentari di maggioranza, il governo non avrebbe più alcuna ragione di esistere”.

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“Il discorso del giuramento di Mattarella ha segnato un cambio di fase. Nel primo anno il governo si è concentrato su Pnrr e lotta alla pandemia. Ma il presidente della Repubblica ha messo a fuoco i molti nodi sul tavolo, a cominciare dalle riforme istituzionali che possono contrastare la crisi della democrazia. Nei prossimi mesi sarebbe importante approvare la sfiducia costruttiva, l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione sui partiti, i regolamenti parlamentari. Oltre a riforme su giustizia, economia ambiente. Le prove politiche di questa seconda fase sono più difficili che in passato”, spiega Zanda.

Ha poi aggiunto: “il sistema politico italiano è in sofferenza, tutti i partiti hanno problemi di equilibrio al loro interno e anche il Parlamento è in difficoltà. Non solo ci sarà la campagna elettorale per le amministrative, ma si va verso le elezioni politiche con un terzo di parlamentari in meno. C’è una terra sconosciuta davanti a noi”.

“La centralità del Parlamento è in crisi da quarant’anni e tutti i governi hanno utilizzato molto decreti legge e voti di fiducia. La responsabilità è però del Parlamento – conclude – che non ha fatto quelle riforme istituzionali che gli restituirebbero la pienezza della potestà legislativa”.

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