E se il nome 'giusto' fosse Elisabetta Belloni per il Quirinale? Su lei e Cassese la convergenza è molto ampia
Top

E se il nome 'giusto' fosse Elisabetta Belloni per il Quirinale? Su lei e Cassese la convergenza è molto ampia

Ancora 24 ore di trattative per trovare una convergenza fra centrodestra e centrosinistra per il voto di domani

E se il nome 'giusto' fosse Elisabetta Belloni per il Quirinale? Su lei e Cassese la convergenza è molto ampia
Belloni e Cassese
Preroll

globalist Modifica articolo

27 Gennaio 2022 - 12.16


ATF

La notizia della mattinata è l’apertura anche della leader di Fdi Giorgia Meloni ad una possibile candidatura di Elisabetta Belloni e Sabino Cassese. Se oggi si dovesse trovare un accordo fra tutti i partiti, uno dei due potrebbe essere eletto già domani.

Oggi i parlamentari del centrodestra si asterranno mentre l’ex fronte rosso-giallo opta per la scheda bianca. Ma le forze politiche stanno dietro le quinte trattando sul nome su cui cercare una convergenza per domani.

I contiani non escluderebbero il nome di Elisabetta Belloni ma la guida del Dis non sarebbe la prima scelta del Pd, anche se non è esclusa una apertura dei dem.

Mentre nel centrodestra, oltre alla proposta di Maria Elisabetta Casellati, prende piede l’ipotesi di Sabino Cassese. Ipotesi che sarebbe gradita a Fratelli d’Italia: Cassese è stato ospitato ad Atreju e sul presidenzialismo si è detto disponibile.

Sul suo nome però ci sarebbero corpose fibrillazioni nella Lega, per le dichiarazioni contro l’autonomia rilasciate nel tempo dal giurista 86enne. Il nome di Cassese, che comunque non sarebbe stato fatto al vertice di centrodestra, non sarebbe in cima alle preferenze neanche dei 5 stelle.

Durante la riunione del centrodestra, Matteo Salvini ha invece ribadito il suo ‘no’ alla candidatura di Pierferdinando Casini, eletto nel 2018 con il Pd. Il centrodestra si è diviso sulla proposta di astensione.

Giorgia Meloni non era d’accordo: voleva che la coalizione si misurasse siu un nome. Ma ha acconsentito a optare per l’astensione per non spaccare la coalizione.

Sullo sfondo resta sempre la candidatura di Mario Draghi, anche se Lega, FI, M5s non perdono occasione per chiedere che il presidente del Consiglio rimanga a Palazzo Chigi. Mentre ci sono altre 24 ore per trattare, la candidatura di Draghi potrebbe riemergere se non si dovesse trovare una convergenza tra le due coalizioni e continuasse il muro contro muro.

Native

Articoli correlati