Binetti dimentica condanne e atti processuali: "Contro Berlusconi campagna denigratoria senza precedenti"
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Binetti dimentica condanne e atti processuali: "Contro Berlusconi campagna denigratoria senza precedenti"

La senatrice dell'Udc predice un'alleanza tra Draghi e Berlusconi "per nil bene del paese"

Binetti dimentica condanne e atti processuali: "Contro Berlusconi campagna denigratoria senza precedenti"
Paola Binetti
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26 Dicembre 2021 - 17.07


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Purtroppo non è solo fumo negli occhi della vigilia ma le manovre per portare il condannato e amico dei condannati per mafia Berlusconi al Quirinale sono vere.

 “Nessuno dubita del fatto che le trattative per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica acquisteranno un ritmo e una velocità sempre più intensa alla fine delle festività natalizie, ma in molte, moltissime, famiglie italiane, più o meno vicine al mondo politico, i giochi sono già iniziati in questi giorni. E sull’elezione del presidente della Repubblica c’è chi scommette e cerca di coinvolgere altri nel totonomine. Anche perché questa volta la posta potrebbe essere duplice; una circostanza decisamente rara, dal momento che in un colpo solo ci si giocherebbe il Quirinale e Palazzo Chigi. La presidenza della Repubblica e quella del Governo”. 

Lo afferma la senatrice Paola Binetti, Udc, che continua: “Non sorprende che le varie forze politiche stiano studiando da tempo le mosse degli avversari. Per ora in pole position ci sono Berlusconi e Draghi;

ma al ritorno dalle vacanze natalizie entreranno in fibrillazione molte strategie partitiche e si moltiplicheranno i luoghi in cui far valere il proprio potere. Da quando Draghi ha esplicitato la sua disponibilità a salire al Colle e la sua non indispensabilità a Palazzo Chigi il gossip politico ha subito una accelerazione avvertita da tutti”.

Per Binetti “la disponibilità di Draghi era già ampiamente sospettata e di fatto costituisce l’alternativa più forte alla campagna elettorale a cui Berlusconi, ha già dato inizio da tempo. Il Progetto di Berlusconi è chiaro, esplicito e fondato su di un elevato numero di consensi, almeno in linea di ipotesi: portare al Quirinale per la prima volta un uomo di centro-destra, o meglio l’uomo che il centro-destra lo ha creato, e che con il centro-destra ha governato tre volte, dopo tre legittime elezioni popolari. E forse proprio per questo è stato oggetto di una campagna mediatica denigratoria, quale non era mai vista prima. Per Draghi è diverso: non ha mai partecipato a nessuna campagna elettorale; non è mai stato oggetto di nessuna aggressione mediatico-giudiziaria”.

Campagna denigratoria? Berlusconi è un condannato, i suoi contatti con la mafia per interposta persona, ossia Dell’Utri, sono sanciti in una sentenza della Cassazione, il suo braccio destro Dell’Utri condannato per fatti di mafia è un dato di fatto, la corruzione del senatore De Gregorio perché passasse dalla sua parte è sancita da un processo. Al netto di Ruby e delle famose serate eleganti che vedono i suoi commensali condannati per fatti di prostituzione visto che c’era una frenetica attività a procurare donnine per sollazzare Silvio.

 “Un uomo- prosegue la centrista- al di sopra di ogni sospetto, che può affermare serenamente che non è affatto necessario che la maggioranza di governo coincida con quella che elegge il Presidente, ma subito dopo ha aggiunto che se questa maggioranza non riesce ad eleggere unita il presidente della Repubblica, difficilmente si ricompatterà per sostenere l’attuale presidente del Consiglio. Draghi e Berlusconi sono stati descritti come due nonni, con una lunga storia personale, familiare e professionale, politica e istituzionale”.

Continua Binetti: “Imprenditori, ciascuno a modo suo, che vantano successi considerevoli nei rispettivi campi. Non a caso Draghi ha sottolineato come il governo che presiede possiede una sua autonoma consistenza e la sua eventuale uscita da Palazzo Chigi non comporterà la fine della legislatura. Un elemento di chiarezza che in teoria avrebbe dovuto rassicurare gli oltre 950 parlamentari, più la folta schiera di ministri e sottosegretari. Ma in questo modo si sottovalutano due elementi essenziali di cui il Paese ha estremo bisogno, da un lato la solidità del legame tra il Colle e Palazzo Chigi, che oggettivamente finora c’è stata tra Draghi e Mattarella; dall’altro l’assoluta fragilità dei legami tra i partiti che compongono la maggioranza. Una fragilità che si manifesta, ad esempio ogni volta che Letta e Salvini interagiscono pubblicamente e rivendicano le ragioni del CentroDestra e quelle del CentroSinistra. Difficile immaginare una continuità. E il corteggiamento di Letta alla Meloni ha tutto il sapore di chi vuole spaccare il CentroDestra al prossimo giro; mentre per una gran parte del M5S è evidente l’insofferenza verso il vecchio alleato: la Lega e ancor più verso il nuovo alleato il PD. Ben vengano le critiche a Draghi e a Berlusconi, l’opposizione, comunque la si voglia considerare, fa sempre bene. Ma l’auspicio più forte è quello di mettere in conto una nuova grande alleanza tra di loro, ad esclusivo beneficio del Paese”, chiude la senatrice.

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