Guerini: "Pd centrale contro la destra, con i diktat non si fa nulla" (Ce l'ha con M5s o Renzi?)
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Guerini: "Pd centrale contro la destra, con i diktat non si fa nulla" (Ce l'ha con M5s o Renzi?)

Il ministro della difesa e esponente di Base Riformista: "Tutto ciò che si muove fuori dal Pd, pensando di poter prescindere dal Pd, risulta velleitario''.

Lorenzo Guerini
Lorenzo Guerini
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22 Novembre 2021 - 10.02


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Si riferisci a M5s o si riferisce a Renzi che alla Leopolda non ha fare che dare diktat a tutti e ha attaccato il Pd come se fosse un irriducibile nemico?


“Ogni battaglia credibile contro la destra non può che passare per il Pd, il vero elemento gravitazionale. E
tutto ciò che si muove fuori dal Pd, pensando di poter prescindere dal Pd, risulta velleitario”.

Lo dice Lorenzo Guerini alla Stampa, rivolgendosi al M5S e sottolineando che ”esiste un elettorato di centro, che guarda all’Europa e che vuole una politica non urlata che affronti concretamente i problemi degli italiani. E deve esserci una proposta politica rivolta a quell’elettorato: per questo il Pd si deve porre il problema di parlare alla realtà moderata del Paese, per associarla a una prospettiva riformista e progressista. Il Pd è stato pensato per unire diverse culture politiche progressiste, cattoliche, liberali – ricorda il ministro della Difesa – e per dare una prospettiva rivolta a un elettorato ampio che comprenda anche i ceti moderati, il nostro partito deve farsi carico di avere l’ambizione di rappresentare questo pezzo di società”.

Ha poi aggiunto il ministro che è anche esponente di Base Riformista il suo pensiero sull’alleanza con m5s.

”Con i diktat non si fa nulla – ribadisce Guerini – bisogna costruire senza ambiguità e con pazienza alleanze sui contenuti, sapendo che ci sono differenze di fondo tra forze politiche. Ma un’alleanza è tra forze diverse e non uguali. Noi siamo certamente altro dai 5 stelle, ma ciò non significa che, in questa fase della vita politica del Paese e alla luce anche di una loro evoluzione, a partire dall’Europa, non si possa lavorare insieme. E’ avvenuto nel Conte due, in diverse realtà andate al voto alle amministrative, a patto che sia chiaro che le alleanze sono strumenti e non fini, che l’identità di un partito non si definisce nelle alleanze, come qualcuno nel Pd pensava, ma nella proposta politica. Mi auguro che il lavoro che si sta facendo di costruire un campo largo, che tenga insieme diverse culture politiche, possa con fatica e coraggio essere portato avanti a partire da questo chiaro profilo del Pd. La nostra area riformista lavorerà ad una prospettiva che cerchi di tenere dentro tutti, in un campo non precluso a nessuno, ma aperto a coloro che si ritengono impegnati in una proposta alternativa a questa destra”.

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