Pd-M5s e Leu non sfondano sul ddl Zan: verso lo slittamento a settembre
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Pd-M5s e Leu non sfondano sul ddl Zan: verso lo slittamento a settembre

Il disegno di legge è scomparso dal calendario dell'Aula di palazzo Madama e nessuno ha protestato. Complice un calendario troppo fitto prima della pausa estiva, se ne riparlerà in autunno

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21 Luglio 2021 - 19.09


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Questo è il giorno in cui sono alle spalle le grandi speranze di arrivare ad un ok definitivo in tempi brevi, per il disegno di legge contro l’omofobia, e ormai si guarda a settembre come prossimo traguardo: è il day after per il ddl Zan.
L’invocato passaggio in Aula non è stato liscio come Pd, M5s e Leu avevano immaginato quando lo hanno chiesto a gran voce durante i lavori in commissione Giustizia.
Il provvedimento arrivato al vaglio dell’Assemblea ha evitato per una manciata di voti di cadere per le pregiudiziali e per solo voto, grazie al salvataggio in extremis del senatore del gruppo Misto Ciampolillo, ha scampato la richiesta di sospensiva che lo avrebbe rimandato in commissione.
Il leader del Pd Enrico Letta la prende bene: “Quando andremo a settembre in aula discuteremo come sempre abbiamo detto, con la convinzione del fatto che questo è il testo migliore” e assicura: “ascolteremo tutti”.
Il ddl Zan intanto è scomparso dal calendario dell’Aula di palazzo Madama e nessuno ha protestato. Complice un calendario troppo fitto prima della pausa estiva, se ne riparlerà in autunno. Prospettiva che permette di schivare , per ora, non solo gli oltre mille emendamenti presentati ma anche la prova del “non passaggio agli articoli” che Lega e FdI sono pronti a chiedere non appena si dara’ voce ai quindici senatori ancora iscritti a parlare e terminerà la discussione generale.
A tenere banco sull’argomento oggi solo l’ennesima scaramuccia tra Davide Faraone e Monica Cirinnà.
Il presidente dei senatori Iv ricorda alla dem che “le liste di proscrizione venivano fatte dal regime fascista, campione di discriminazioni”.
Si tratta della risposta a una frase della dem rilasciata al Tg1: “Abbiamo i nomi e i cognomi di chi vuole modificare questa legge e di chi fa occhiolino a Orban”. Piu’ che notizia e’ vecchia ruggine che si e’ andata consolidando nei giorni scorsi quando Cirinna’ riprende in Aula e posta sui social Faraone che batte le mani a Salvini. Il giorno dopo il senatore renziano chiede addirittura alla presidente del Senato, Elisabetta Casellati,di intervenire e sanzionare il comportamento fuori dalle regole. Insomma il Pd si sente tradito da Iv, non gradisce lo strappo fatto dai senatori renziani che sulle prime avevano appoggiato il testo Zan, poi hanno appoggiato l’idea di una mediazione, infine hanno anche presentato 4 emendamenti.
“I loro emendamenti stravolgono l’impianto del testo, non lo migliorano”, lamenta Franco Mirabelli del Pd che aggiunge “Agli amici di IV, in attesa di sapere perche’ abbiano cambiato idea, consiglierei di evitare di alzare inutili polemiche”.
I pochi commenti di oggi sullo Zan suggeriscono tuttavia di pensare a una mediazione. Lo afferma il presidente della Camera Roberto Fico che auspica “un accordo tra le forze politiche” e invita l’Ue a stigmatizzare le leggi ungheresi.
“A un passo da traguardo” è la percezione di Matteo Renz,i convinto che ora “e’ il Pd a dire di no, perche’ rinvia una decisione possibile con la riformulazione dell’emendamento all’articolo 1 sull’identita’ di genere”.
A sperare in una “mediazione piu’ alta possibile per approvarlo” è il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Gli fa eco il senatore di base riformista Andrea Marcucci: “Ci sono ancora tutte le condizioni, per approvare il ddl Zan prima della pausa estiva. Facciamo uno sforzo di responsabilita’ e diamo vita a una legge contro l’omotransfobia

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