L’attacco delle regioni non è una novità, mostra però egoismo e interessi di bottega
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L’attacco delle regioni non è una novità, mostra però egoismo e interessi di bottega

Tra Lega e M5s giocano di sicuro antichi rancori aggravati dalla indelebile amara memoria del proclama balneare del Papeete

Salvini e Di Maio
Salvini e Di Maio
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Nuccio Fava Modifica articolo

23 Aprile 2021 - 17.57


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Verrebbe in mente Ennio Flaiano con la sua celebre frase: “situazione grave ma non seria”.
Del resto con la solita ironia e intelligenza Giannelli la fotografa così: il leader leghista appesantito e stanco, sfiancato su una poltrona governativa che commenta: “ difficile tenere il piede in due scarpe” mentre ne sostituisce una un pò consumata, con una nuova.
L’ironia e il tono scherzoso sono il sale della vita anche se con gli enormi problemi dell’Italia non c’è nulla da scherzare se non a rischio di una grande incoscienza. 
Che non è certo la caratteristica del presidente Draghi che tenta di proseguire sul giusto cammino per uscire dalla crisi e impostare una nuova fase di crescita disturbata però da giochi e giochini tra esponenti di partito in stucchevole polemica tra di loro alla ricerca di superficiale consenso e di  competizione guerresca all’interno dello stesso schieramento. Specie tra Lega e 5 stelle che, in modo sia pure ovviamente diverso si scambiano pugnalate e attacchi reciproci. 
Giocano di sicuro antichi rancori aggravati dalla indelebile amara memoria del proclama balneare del Papete ma anche il tradimento compiuto sulla vicenda dei migranti tenuti in mare in modo irragionevole e disumano dall’allora ministro Salvini, rinviato a giudizio dalla magistratura.
Risentimenti reciproci del tutto comprensibili, incompatibili però con il nuovo contesto e la nuova grande maggioranza raccolta intorno a Draghi, di per sé segno eloquente di esigenze e necessità del tutto nuove. 
Anche la sparata violenta e inaccettabile sotto ogni profilo del comandante Grillo ha costituto elemento di grave disturbo che non a caso il presidente del Consiglio ha del tutto ignorato. 
Ma ogni pretesto è buono per creare disordine e confusione, illudendosi di accrescere in ogni modo consenso in quelle fasce sociali più colpite e desiderose comprensibilmente di alleviare difficoltà e disagi. 
Su questa onda del resto non è difficile creare tensioni e difficoltà ulteriori a cominciare dall’annoso problema dei rapporti non sempre facili tra regioni e governo. 
Non senza contraddizioni se contemporaneamente  si battaglia per l’ampliamento delle aperture e l’ allargamento del coprifuoco, mentre si esprimono timori e richieste di contenimento per le scuole. 
Questa volta però non ci sono stati schiamazzi per il cambio possibile di colorazione delle regioni che pure aveva suscitato aspre critiche di metodo e di sostanza. 
Ne deriva nel complesso rischio di incertezza e di confusione, mentre opportunamente il governo avvia il recovery con differenze di non poco conto rispetto  all’impostazione di Conte, specie per quanto riguarda l’aumentata crescita dei fondi per la ricerca scientifica.
Contemporaneamente del resto il presidente del Consiglio era impegnato in videoconferenza sul clima con il presidente Biden ed altri leader mondiali compreso il presidente cinese. 
Solo ampliando l’orizzonte e sapendo leggere le grandi sfide che tutto il pianeta deve sapere affrontare con urgenza, si possono cogliere appieno la grande sfida che la pandemia ha rappresentato e ancora costituisce per il futuro di tutta l’umanità. 
Draghi con la sua vasta esperienza internazionale è ben consapevole del carattere cruciale di questo passaggio che durerà anni e anni e che non potrà essere in alcun modo trascurato.

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