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Cannabis, le Sardine contro Pillon; "Nessuno è mai morto, la sua è una visione della società retrograda"

Le Sardine: "Dietro le parole di Pillon si nasconde, come sempre, il desiderio di riportarci nel più buio passato".

Simone Pillon
Simone Pillon

globalist Modifica articolo

19 Marzo 2021 - 18.19


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È scontro accesissimo tra le Sardine e Simone Pillon, il senatore della Lega che si oppone con tutte le sue forze a qualunque segno di civiltà, come ad esempio la legalizzazione della cannabis, norma già applicata in moltissimi paesi occidentali. 
Pillon però non vuole sentire ragioni, e spiattella le sue opinioni sulla cannabis: “Personalmente credo che le Sardine e i loro amici dovrebbero farsi un giro in una comunità di recupero prima di parlare, facciano tutti i proclami che vogliono, ma la droga è morte”, dice all’AdnKronos il senatore della Lega. “Qualcuno vorrebbe chiudere i nostri ragazzi nei cessi a fumare canne per non disturbare il manovratore – accusa il vicepresidente della Commissione Infanzia e adolescenza del Senato – . Io preferisco che possano studiare, partecipare alla vita del nostro Paese, e divertirsi in modo sano senza assumere porcherie”.
Il ‘proclama’ cui fa riferimento Pillon è quello fatto dalle Sardine, che ricordano come “in moltissimi Stati, anche europei, la regolamentazione della cannabis è al centro delle agende politiche e di governo. E mentre gli Stati legalizzano la cannabis, Pillon non perde occasione per palesare la sua visione retrograda di società. Quella società in cui chi aveva problemi di dipendenza veniva curato a suon di botte – sottolineano, riferendosi al leghista – La presa di posizione di Pillon nasconde, come sempre, il desiderio di riportarci nel più buio passato”.
“Ma gli ricordiamo che di cannabis, ad oggi, non è mai morto nessuno in millenni di utilizzo. Siamo pronti a sfidarlo, su questo. E siamo anche pronti ad accompagnarlo nelle comunità di recupero: scoprirebbe che le persone in trattamento per dipendenza da cannabis sono una minoranza e che il vero allarme è quello delle droghe pesanti e sintetiche”, aggiungono dal movimento antagonista del sovranismo. 
“Tra le altre cose, l’appello che sosteniamo è limitato alla depenalizzazione della coltivazione domestica di cannabis, come già sentenziato dalla Cassazione un anno fa. Il vero allarme – di cui Pillon dovrebbe preoccuparsi – è che nonostante la cannabis terapeutica sia legale dal 2007 è quasi impossibile ottenerla con regolarità, e molti pazienti finiscono indagati o semplicemente condannati”, aggiungono le sardine.
“Quello della depenalizzazione è un tema sociale importante che riguarda 6 milioni di consumatori, e tutte le loro famiglie, che oggi sono costretti a ‘chiudersi nei cessi’, per citare Pillon, e a temere pene e sanzioni. Mentre il mondo affronta la discussione sulla legalizzazione, sui benefici che ne deriverebbero sul piano economico e sociale, un Paese che punta al futuro non può credere che il proibizionismo sia l’unica via”, concludono dal movimento guidato da Mattia Santori.

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