Un'agenda per la normalità post-Covid: ecco il programma di Mario Monti in 5 punti
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Un'agenda per la normalità post-Covid: ecco il programma di Mario Monti in 5 punti

L’ex premier lancia un programma dalla Commissione paneuropea dell’Oms per la salute e lo sviluppo sostenibile: "Chiediamo un ripensamento fondamentale delle priorità politiche"

Mario Monti
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16 Marzo 2021 - 09.29


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Un programma in 5 punti da lanciare per ripartire subito dopo la sconfitta della pandemia. In un intervento sul Financial Times, l’ex premier Mario Monti annuncia la necessità di un’agenda ambiziosa per la “normalità” post-Covid sviluppata in 5 punti e stilata dalla Commissione paneuropea dell’Oms per la salute e lo sviluppo sostenibile, di cui è presidente.

“È stata la vecchia normalità a creare le condizioni affinché il virus emergesse e si diffondesse in primo luogo. Sicuramente possiamo fare di meglio. Le generazioni future non ci perdoneranno se non riusciamo a imparare la lezione di questa pandemia”, afferma Monti.

“Noi dell’Oms chiediamo un ripensamento fondamentale delle priorità politiche e della governance internazionale lungo cinque linee principali”.

1) “Creazione di un panel intergovernativo sulle minacce per la salute. Ciò riunirebbe gli scienziati per valutare i rischi per la salute che continueranno a sorgere nel nostro mondo in evoluzione e per proporre soluzioni fattibili. Abbiamo anche bisogno di un programma sostenuto di investimenti nei sistemi di allerta precoce in modo che le future infezioni emergenti siano identificate e affrontate il più rapidamente possibile”, scrive Monti.

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2) Interventi per sanare le “fratture all’interno delle nostre società”. In particolare, secondo l’ex premier, servono “sistemi di dati migliori per rendere più visibili le condizioni” delle comunità più svantaggiate “e per costruire società che siano realmente inclusive per tutti”.

3) “Modifiche al sistema finanziario globale”, con la possibilità per i paesi di aumentare gli investimenti in “infrastrutture sanitarie”.

4) Istituzione di un “consiglio sanitario globale” che si occupi di “affrontare le vulnerabilità” dei sistemi sanitari e i rischi per la salute pubblica, un organismo che “potrebbe forse evolversi fino a diventare un consiglio globale per i beni pubblici”.

5) Impegno a favorire “un clima che incoraggi l’innovazione, non solo dei vaccini, dei medicinali e della tecnologia, ma anche dei sistemi sanitari e dei modelli di assistenza che possono fornirli equamente a tutti”.

Si tratta – conclude il presidente della Commissione paneuropea Oms per la salute e lo sviluppo sostenibile – di “un programma ambizioso e che molti potrebbero vedere come impossibile. Ma, nell’ultimo anno, i governi di tutto il mondo hanno fatto cose che solo 12 mesi fa pensavano fossero impossibili”.

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