Sileri: "Basta con le chiacchiere, le regioni non cambiano colore in base all'orientamento politico"
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Sileri: "Basta con le chiacchiere, le regioni non cambiano colore in base all'orientamento politico"

Il viceministro risponde alle accuse secondo le quali l'assegnazione dei colori del rischio covid alle Regioni avrebbe una natura politica

Pierpaolo Sileri
Pierpaolo Sileri
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11 Novembre 2020 - 14.40


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Pierpaolo Sileri, viceministro della salute, ai microfoni di ‘Un Giorno da Pecora’ su Rai Radio1 ha dichiarato: “basta chiacchiere come quella secondo cui le regioni cambiano colore di rischio Covid in base all’orientamento politico. I dati sulla situazione nelle varie regioni vengono trasmessi quotidianamente, e se disgraziatamente in 2-3-4 giorni si dovesse avere una regione in cui c’è un netto peggioramento allora bisogna intervenire tempestivamente. Si può passare dal giallo all’arancione o al rosso, ma attenzione: vale anche il contrario”.
Sileri si augura, a questo proposito, che “magari tra 10 giorni una regione come Lombardia abbia un andamento tale da poter tornare a essere arancione se non addirittura gialla”. 
Tornando a chi lamenta ‘colori’ decisi in base a logiche politiche, Sileri ripete che “io una cosa del genere non posso sentirla, e manca di rispetto ai miei colleghi medici e infermieri che rischiano di morire sul campo. Così come quando si dice che i numeri inviati” dalle Regioni “sono numeri modificati con dolo. Davvero non credo che sia così. Credo che vi sia anche una difficoltà nel raccogliere i dati, specie dove il virus corre di più”.
“Se su quei numeri dobbiamo controllare, controlliamo e controlleremo ancora di più”, assicura il viceministro. “Se ci si accusa nelle Regioni e anche a livello centrale di aver mancato qualcosa e di doverlo migliorare sono il primo a dirlo – puntualizza – ma non ci sto a creare un clima di panico e sfiducia nelle istituzioni. Questo non aiuta i cittadini e non aiuta i nostri sanitari sul campo. Le regioni – ribadisce Sileri – le facciamo rosse, arancioni o gialle a seconda dei numeri”, attraverso “un sistema sartoriale” grazie al quale “stiamo cercando, in un momento di crisi internazionale, di salvare l’Italia e gli italiani”.
La logica difesa dall’esponente M5S, medico, è quella di disporre “chiusure razionali in tempo utile per non arrivare a un lockdown nazionale. Aspettiamo di controllare i risultati di queste soluzioni sartoriali e cerchiamo di parlare meno”. I cittadini hanno bisogno di “notizie semplici e fruibili e di speranza, che non è solo il nome del mio ministro”, conclude.

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