Salvini andrà negli Usa: vuole preparare un mondo con Trump, Putin e Johnson leader di riferimento
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Salvini andrà negli Usa: vuole preparare un mondo con Trump, Putin e Johnson leader di riferimento

Rassicura la Stampa Estera sulla fedeltà all'euro e sul suo futuro: "non sarò condannato e spero che si voti entro l'anno"

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13 Febbraio 2020 - 09.38


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Matteo Salvini si presenta alla Stampa Estera declinando i tratti salienti del partito quanto a proiezione esterna. Non un dettaglio, né solo dovere di cortesia verso i corrispondenti stranieri – “siamo qui per rispondere alle vostre domande, non certo per fare un comizio”, assicura Giancarlo Giorgetti, qui in veste di responsabile Esteri della Lega – visto che, annota Salvini, “ci stiamo radicando anche in ottica delle prossime elezioni politiche, in qualunque momento accadano, per avere una presenza strutturata e coordinata”.

Tornando all’agenda estera, Salvini anticipa che “la prossima visita la organizziamo negli Usa” e passa in rassegna le coordinate del suo partito ricordando che “su Israele abbiamo fatto un’iniziativa giusto il mese scorso, per l’antisionismo come odio e forma moderna di antisemitismo”, confermando “estrema attenzione per l’evoluzione in corso nell’Unione europea, in Germania nella Cdu, il travaglio del Ppe con la nascita di governi con alleanze strane tra Popolari e Verdi che sbilanciano a sinistra l’asse in maniera innaturale”. “Quanto all’Iran – osserva ancora – la Lega è allineata ai nostri naturali alleati, gli Stati Uniti”.

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Accanto a Trump, i leader di riferimento sono Vladimir Putin e Boris Johnson.  “La Lega al governo lavorerà per migliorare i rapporti con la Russia sotto ogni punti di vista, economico e politico. Putin è un uomo di governo stimato e stimabile. Qualcuno pensa che lo dica perché ho ricevuto soldi da Mosca, ma vanno avanti le inchieste senza trovare nulla”. Quanto a Londra: “Sui temi dell’immigrazione e di difesa dei confini i toni della Lega sono simili a quelli di Boris Johnson e non credo che gli inglesi siano fascisti e razzisti”, afferma il leader leghista.

Ai corrispondenti esteri Salvini espone il suo auspicio per la “nascita di un grande gruppo con una visione dell’Europa più moderna, alternativo a Ppe e Socialisti” al Parlamento europeo, anche se non nasconde che “ciascuno dovrebbe rinunciare a un pezzetto del proprio ego”. Il vantaggio, osserva ancora il segretario della Lega, sarebbe il fatto che “con un gruppo di 140/150 deputati europei saremmo un interlocutore più pesante”.

Sui temi sensibili di Euro e ‘mini Bot’ Salvini rassicura, annotando che “a criticare l’Europa non siamo più solo noi euroscettici, ma anche Popolari e Socialisti”. Quanto alla controversa proposta dei ‘mini Bot’, Salvini li colloca al passato dicendo che “erano uno strumento per pagare i debiti della Pubblica Amministrazione” e soprattutto assicura che “la nostra priorità non è uscire da qualcosa ma la crescita economica. Tutti i nostri sforzi sono per il rilancio dell’economia italiana”.

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Inevitabile il passaggio sul caso Gregoretti. “Non sono ancora sotto processo”, puntualizza Salvini ai giornalisti della Stampa Estera, ricordando che “il voto di ieri al Senato rimanda a Catania il fascicolo su cui indagare”. “Non sono felice, perché non voglio passare il mio tempo a studiare i processi”. Ma il leader leghista non teme una condanna: “L’articolo 52 della Costituzione, sul quale ho giurato da ministro, prevede che la difesa della patria è un dovere per ogni cittadino, quindi non penso che quanto ho fatto a maggior ragione da ministro comporterà alcuna condanna”.

 
 
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