Santori (Sardine): "Bene Zingaretti se offre un approdo a chi non ce l'ha"
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Santori (Sardine): "Bene Zingaretti se offre un approdo a chi non ce l'ha"

Il portavoce del movimento: "Il Pd si sta mettendo in discussione, come altre forze di sinistra"

Mattia Santori
Mattia Santori
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13 Gennaio 2020 - 12.01


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Un dialogo a distanza, in attesa dell’evento del 19: il nuovo Pd deve aprirsi alla piazza. Lanciando la “rifondazione” del partito, il segretario Nicola Zingaretti ha detto che bisogna “aprirsi alla società e ai movimenti”. “Zingaretti l’ha detta giusta affermando di offrire un approdo a chi non ce l’ha. E’ vero che noi non abbiamo un approdo, e fa bene la politica a proporne”, gli risponde Mattia Santori, portavoce delle Sardine, in un’intervista a Circo Massimo, su Radio Capital.

“Noi ascoltiamo, osserviamo, ragioniamo, ma questo non significa che ogni approdo proposto vada bene”.

“Abbiamo osservato una serie di dati di fatto”, ragiona Santori, “Innanzitutto, il Pd si sta mettendo in discussione, come altre forze di sinistra. il secondo punto che osservo è che nelle Sardine l’offerta del Pd fa riflettere, fra chi è aperto e chi e’ molto diffidente, e questo e’ un bene, perché aprirsi e dialogare fa bene. Il terzo punto, per noi fondamentale, e’ che c’e’ un problema di tempismo: noi stiamo preparando un grande evento a Bologna, una festa della pluralità, poi c’è l’appuntamento delle elezioni in Emilia Romagna che per noi è importante, e un nostro momento di ritrovo a inizio marzo in cui dovremmo definire chi siamo, dove vogliamo andare, che strumenti vogliamo usare”.

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Un incontro che il volto del movimento nato da Bologna non avrebbe paura a chiamare “congresso”, “ma è la buffa storia di mettere insieme gente laica e gente che viene da militanza politica: per me che sono laico ‘congresso’ è una bella parola, mentre spaventa chi ha fatto politica. Quello che faremo a marzo chiamiamolo ‘bilancio'”.
Nelle discussioni fra le Sardine, in questi giorni si parla di diversi punti, che chiariscono come si sta muovendo un movimento ancora in formazione: “Manteniamo la nostra identità, manteniamo ciò che di buono abbiamo costruito, e non acceleriamo il processo di istituzionalizzazione di questo movimento, perché abbiamo dimostrato che si può fare politica in maniera lenta e presente sui territori senza dover per forza presentarsi alle elezioni. Partendo da questi punti, troviamo la nostra identità. Una volta trovata la nostra identità, sarà più facile capire che strada prendere, perché non è detto”, conclude Santori, “che si debba per forza rimanere sempre nelle strade, ma non è assolutamente detto che bisogna partecipare a un processo di rifondazione del centrosinistra”

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