Di Maio rinuncia al ruolo di vice-premier e l'accordo M5s-Pd è a un passo
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Di Maio rinuncia al ruolo di vice-premier e l'accordo M5s-Pd è a un passo

Alla fine la soluzione è stata quella proposta da Franceschini. Conte non avrà vice-premier

Luigi Di Maio
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2 Settembre 2019 - 08.15


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Alla fine il ‘lodo’ Franceschini ha prevalso: nessun vice-premier. Né una figura indicata dal Pd, né Di Maio che si era aggrappato a quel ruolo.
E così dopo giorni di bizze Giggino da Avellino ha dovuto fare un passo indietro.
E in un video ha detto: “In questi giorni ho avuto la sensazione che mentre noi passavamo il tempo sul programma, altri lo passavano a colpire me. Si è parlato molto della vicepresidenza del Consiglio dei ministri e che la trattativa si era bloccata per questa questione in ballo, ma non è vero. Giuseppe Conte è un premier super partes: se c’era un vice del Pd era giusto ci fosse un vice del Movimento cinque stelle, ma il Pd ha rinunciato al vicepremier e quindi il problema non esiste più”.
Il tutto con un sorriso. Quando fosse sincero è un altro conto.

La giornata carica di tensioni
Di Maio durante la giornata sceglie la via del silenzio anche per non inasprire i toni. Come si legge sul Corriere.it in serata si diffondono voci di una sua possibile intervista per prendere posizione, ma le indiscrezioni non trovano conferma dagli ambienti vicini al capo politico del Movimento.
«Siamo tornati a essere una squadra», dice un fedelissimo cercando di stemperare le polemiche di questi giorni. Le parole di Beppe Grillo, però, hanno scosso la base (i commenti alle parole del garante sono anche in questo caso sono divisi tra sostenitori e detrattori). Manlio Di Stefano cerca di compattare le anime: «Ha ragione Beppe quando dice che è tempo di guardare 50 anni avanti e avviare una stagione di riforme evolute e lungimiranti, ed è proprio per questo che ci stiamo concentrando al 100% sul programma».
Ma oltre ai temi i pentastellati stanno abbozzando anche una ipotetica squadra di governo da presentare a Conte e ai dem. Dopo la mossa del Pd di chiedere un passo indietro sui vicepremier, nel Movimento ha ripreso quota l’idea di proporre un altro big come papabile ministro. Il nome in questione è quello di Alessandro Di Battista: per lui si ipotizza tra i pentastellati un incarico alle Politiche europee. Una mossa che potrebbe far storcere più di qualche naso tra i dem. «Preferiamo parlare di temi e non di ruoli», tagliano corto i Cinque Stelle. Che poi precisano sibillini: «Di certo che Alessandro sia un valore per il Movimento è cosa nota per tutti».

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