Riforme: arriva il terzo sì della Camera, ma Fi si spacca
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Riforme: arriva il terzo sì della Camera, ma Fi si spacca

Ottenuti 357 voti a favore, 125 no e 7 astenuti: il ddl Boschi torna all'esame del Senato per l'avvio della seconda lettura

Riforme: arriva il terzo sì della Camera, ma Fi si spacca
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10 Marzo 2015 - 14.46


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Terzo sì alla Camera, con 357 voti a favore, 125 no e 7 astenuti, al ddl Boschi che torna all’esame del Senato per l’avvio della seconda lettura, trattandosi di riforme costituzionali. Hanno votato a favore Pd, Ap, Per l’Italia, Scelta civica e Minoranze linguistiche; hanno votato contro Forza Italia, Lega, Fdi-An, gli ex 5 stelle di Alternativa Libera e Sel. I deputati M5s, invece, non hanno partecipato al voto.

Avendo ottenuto ‘solo’ 375 sì, e dunque al di sotto del quorum dei due terzi previsti dalla Costituzione per evitarlo, il cammino delle riforme prevede anche un referendum. “L’importante è non interrompere il percorso delle riforme. E oggi abbiamo fatto un altro passo in avanti”, ha detto il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi.

Alla fine il gruppo di Forza Italia alla Camera si è ricompattato solo sulle riforme: su 70 deputati in 65 hanno partecipato oggi al voto dicendo ‘no’ al ddl Boschi come chiesto da Silvio Berlusconi, tranne Gianfranco Rotondi. L’ex ministro e leader Dc, infatti, ha firmato il documento dei ‘verdiniani’ fortemente critico verso la linea del partito, ma alla fine ha confermato il suo sì alla riforma costituzionale in Aula.

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Tra gli azzurri solo 1 era in missione (Lorenza Milanato) e 4 non hanno partecipato al voto: Giancarlo Galan (agli arresti domiciliari dopo aver patteggiato per l’inchiesta sul Mose, nella quale è accusato per corruzione), il ‘fittiano’ Giuseppe Galati, Marco Martinelli (che però ha siglato la lettera dei ‘filo-Nazareno’) e Paolo Russo (anche lui firmatario del documento promosso da Verdini, assente perchè malato).

“È inutile che Forza Italia si divida sul voto alla Camera, largamente scontato. Abbiamo partecipato con convinzione a un processo riformatore, abbiamo scoperto lungo la strada chi sia in realtà Matteo Renzi: un demagogo ingannatore pronto a cambiare le carte in tavola. Cio’ premesso, credo che noi dobbiamo puntare soprattutto sul nostro ruolo al Senato, dove i numeri sono diversi rispetto alla Camera e dove Forza Italia e’ stata e sara’ decisiva, guardando soprattutto alla legge elettorale”. Lo ha detto il senatore Maurizio Gasparri (FI), che ha aggiunto: “Dal premio alla lista bisognerà tornare a un premio di coalizione per consentire al centrodestra, che oggi vive molte difficoltà, di avere speranze competitive in un maturo sistema bipolare. Certo, oggi ognuno potrebbe andare per la sua strada, con velleitarismi deteriori. Ma i sondaggi dimostrano che il divario tra gli schieramenti oscilla tra i tre e i cinque punti”.

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“Non avere una legge elettorale e una coalizione politica che consentano ai moderati di rivincere le prossime elezioni colmando questo piccolo distacco sarebbe un errore fondamentale- conclude Gasparri- Discutiamo di questo piuttosto che contare quanti entrano in Aula o restano a casa. Non era oggi la partita decisiva per il centrodestra”.

Soddisfatto Matteo Renzi che affida a twitter il suo commento a caldo: “Voto riforme ok alla Camera. Un Paese più semplice e più giusto. Brava @meb, bravo @emanuelefiano, bravi tutti i deputati magg #lavoltabuona”, scrive nel messaggio dove i ‘nick’ in uso sul social network e le abbreviazioni ‘imposte’ dal vincolo dei 140 caratteri identificano il ministro Boschi, il relatore di maggioranza, e la stessa maggioranza di governo.

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