Per le riforme servirebbe più equilibrio e misura
Top

Per le riforme servirebbe più equilibrio e misura

Il Senato è stato inondato dagli 8000 emendamenti sulle riforme costituzionali. Oggi il dibattitio in Aula, tra ostruzionisti e perplessi.

Per le riforme servirebbe più equilibrio e misura
Preroll

Desk2 Modifica articolo

22 Luglio 2014 - 17.32


ATF
di Nuccio Fava

Abbiamo seguito per buona parte della mattinata di oggi il dibattito al Senato sulle riforme istituzionali. Gli emendamenti di numero spropositato, rappresentano tuttavia riserve non secondarie al progetto del ministro Boschi. Ieri la ministra per le riforme, in un intervento forse sin troppo appassionato per rispondere ai dubbi espressi da più parti circa i rischi di deriva autoritaria, ha ricordato il senatore Fanfani ed una sua espressione: le bugie non pagano e anche in politica e comunque sono solo un danno e non migliorano la qualità del dibattito e del confronto. Per citare l’altro cavallo di razza della Dc, Aldo Moro, proprio durante la complessa trattativa per giungere al risultato politico della solidarietà nazionale, avendolo intervistato dopo la famosa assemblea congiunta dei gruppi democristiani: Presidente, ma questo faticoso e travagliato iter per l’intesa con Berlinguer non procede troppo lentamente? Gli italiani non rischiano di comprendere poco e comunque di stancarsi per i tempi troppo lunghi della politica?L’onorevole Moro con espressione compresa e dolente mi rispose in modo tacitiano : la fretta spesso è cattiva consigliera e può addirittura mandare a monte processi politici importanti se non decisivi.

Durante il dibattito di oggi ho seguito con particolare interesse le senatrici Michela Monteverde, Paola de Pin e Raffaella Balloi, esponenti delle opposizioni e comunque fortemente critiche verso il progetto. Oltre al merito delle critiche e delle riserve le senatrici di 5 stelle e della Lega hanno articolato i loro interventi in modo pacato e ragionevole dando sostanza e argomentazioni convincenti al loro ragionare. Ma poi è giunto un po’ a ciel sereno e in modo mellifluo e infelicemente motivato l’intervento del capogruppo Pd Zanda che sostanzialmente, in modo infelice, richiedeva la “ghigliottina” per abbreviare tutto e giungere al voto.

Ora è evidente che l’ostruzionismo, per altro istituto antico quanto la stessa storia del parlamento, costituisce una strumento estremo di fronte al rischio e al timore che governo e maggioranza possano strozzare il dibattito e imporre una sorta di dittatura della maggioranza. Non sono però le tagliole e i regolamenti parlamentari a potere risolvere i nodi e i contrasti così acuti. Anche se decisioni a maggioranza di una riunione straordinaria dei capigruppo può muoversi in sintonia col governo e pervenire al risultato desiderato. Contano in effetti, particolarmente in una materia come quella in discussione al Senato, che pure si dibatte da decenni e riguarda il superamento del bicameralismo paritario le soluzioni maturate ma anche il metodo con cui le si approva e quindi la stessa possibilità di rappresentarle all’opinione pubblica come utili, importanti e ragionevoli. Spetta dunque al governo e al suo Presidente assumere una iniziativa politica, intelligente e adeguata per dare risposta compiuta a tutte le riserve e gli interrogativi che vengono posti non solo dalle opposizioni. Il risultato sarà quello di dare maggior respiro e significato ad un passaggio così importante della nostra vita parlamentare ed istituzionale, liberando il campo da riserve e sospetti che ricadrebbero negativamente sullo stesso governo e sulla conduzione di Renzi nel semestre europeo dell’Italia.
Nuccio Fava

Native

Articoli correlati