Berlusconi dichiara guerra allo Stato
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Berlusconi dichiara guerra allo Stato

Dopo la condanna definitiva a 4 anni di carcere, il leader del Pdl in un video messaggio accusa la magistratura e chiede la riforma della giustizia. Fine del governo Letta?<br>

Berlusconi dichiara guerra allo Stato
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1 Agosto 2013 - 22.31


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“Nessuno può comprendere la carica di violenza che mi è stata riservata in seguito ad una serie di accuse e processi. Un vero e proprio accanimento giudiziario che non ha uguali. In cambio di un impegno di 20 anni quale è il premio? Accuse sul nulla e una sentenza che mi toglie la libertà e i miei diritti politici”. Così Silvio Berlusconi in un videomessaggio mandato in onda dal TG4 ha commentato la sentenza della Cassazione che ha confermato quattro anni di condanna al carcere per frode fiscale nel caso Mediaset. Il leader del Pdl ha aggiunto: “È così che l’Italia riconosce i sacrifici e l’impegno dei suoi cittadini migliori”. “Io – ha proseguito Berlusconi visibilmente alterato – non mai stato socio occulto di alcuno, non ho ideato mai un sistema di frode fiscale non esiste una falsa fattura né un fondo occulto che riguardi me e la mia famiglia. Viviamo in un Paese in cui la maggior parte dei crimini non vengono perseguiti”.

“La sentenza di oggi mi conferma nell’opinione che una parte della magistratura, nel nostro Paese sia diventata un soggetto irresponsabile, una variabile incontrollabile ed incontrollata, che è assurta da ordine dello Stato (con magistrati non eletti dal popolo ma selezionati attraverso un concorso come tutti i funzionari pubblici) a un vero e proprio potere dello Stato”. Questo nuovo ed illimitato potere dello Stato, secondo l’ex premier ha condizionato permanentemente la vita politica italiana, dalle inchieste di Tangentopoli fino ad oggi. Dal ’92-’93, “c’é stata un’azione condizionata e fuorviante da parte della magistratura che ha preteso di assurgere un ruolo rinnovamento morale in nome di una presunta innovazione etica. Questa sentenza faccia aprire gli occhi a quegli italiani che non sono stati consapevoli della realtà del Paese e hanno sprecato il loro voto o non hanno votato”.

Questo per quanto riguarda gli elettori che sbagliano (secondo il Cav). Per il suo esercito i toni sono diversi. Berlusconi rincuora i suoi, non si ritirerà dalla vita politica. Anzi. “Dobbiamo continuare la nostra battaglia di libertà restando in campo e chiamando con noi in campo, ad interessarsi del nostro comune destino, i giovani migliori e le energie migliori del mondo dell’imprenditoria, delle professioni e del lavoro. Insieme a loro rimetteremo in campo Forza Italia e chiederemo agli italiani di darci quella maggioranza che è indispensabile per modernizzare il Paese, per fare le riforme a partire dalla più indispensabile di tutte che è la riforma della giustizia per non essere più un Paese sottoposto ad un esercizio assolutamente arbitrario del più terribile dei poteri: quello di privare un cittadino della sua libertà”.

I modi con cui perseguire gli obiettivi per il Cavaliere sono i soliti: “Dal male dobbiamo saper far uscire un bene. Che i miei più di 50 processi e questa sentenza facciano aprire gli occhi a quegli italiani che sino ad ora non sono stati consapevoli della realtà del Paese, ed hanno sprecato il loro voto o addirittura non hanno votato. Tutti insieme, se sapremo davvero stare insieme, recupereremo la vera libertà, per noi e per i nostri figli. Viva l’Italia! Viva Forza Italia!”.
Proprio di riforma della giustizia, del resto, ha parlato in questi giorni il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha auspicato un’accelerazione del governo sulla strada delle riforme. Prima fra tutte, quella della giustizia. Berlusconi e Napolitano, sembrano parlare lo stesso linguaggio: l’asse Colle-Pdl è solo un caso?

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