Don Ciotti: "L'arresto di Matteo Messina Denaro nasconde altre latitanze"
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Don Ciotti: "L'arresto di Matteo Messina Denaro nasconde altre latitanze"

Don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera sull'arresto di Matteo Messina Denaro: "Non dimentichiamoci che sarebbe stato già arrestato se non ci fosse stato qualcuno che ha impedito tutto questo".

Don Ciotti: "L'arresto di Matteo Messina Denaro nasconde altre latitanze"
Don Ciotti, presidente di Libera
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21 Marzo 2023 - 12.22


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Don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera, era a Milano dove ha partecipato al grande corteo nella giornata della memoria e dell’impegno contro la mafia. Don Ciotti, nel suo discorso, ha parlato della recente cattura dell’ex latitante Matteo Messina Denaro. Secondo l’attivista, il significato dell’arresto «è chiederci» come «questa latitanza nasconda altre latitanze, cioè quella di chi avrebbe dovuto fare di più la propria parte». 

«Non è possibile che una persona per trent’anni sia latitante. Allora non dimentichiamoci che sarebbe stato già arrestato se non ci fosse stato qualcuno che ha impedito tutto questo. Non dimentichiamoci il capo della squadra Mobile di Trapani che fu allontanato, un bravo prefetto che fu cacciato via perché stava cercando di fare le cose giuste, i bravi magistrati che stavano indagando e che sono stati un po’ mortificati e anche penalizzati». 

La latitanza di Messina Denaro serve anche a ricordare che «l’ultima mafia non è mai l’ultima, è sempre la penultima, perché le mafie si risvegliano sempre. Nel loro codice genetico c’è che bisogna sempre sopravvivere, rigenerarsi, cambiare, trasformarsi». 

Oggi c’è convivenza dovuta a connivenza e sottovalutazione, a letture inadeguate dei fenomeni criminali che si sono evoluti assumendo forme e metodi che richiedono nuovo sguardi e nuove strategie. La saldatura tra mafie e capitale economico richiede nuovi paradigmi. Le mafie sono divenute moderne imprese e possono contare sulla violenza bianca del capitale economico. Oggi restano grovigli con la corruzione e la massoneria».

Finché non ci sarà una presa di coscienza collettiva delle ricadute della peste mafiosa sulle vite di tutti la lotta alle mafie non riuscirà a estirpare il male alla radice. Dobbiamo andare alla radice del male, la radice è culturale, sociale, etica. Dobbiamo Andare alla radice per evitare la normalizzazione».

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