Aldo Madia, addio a un 'eroe invisibile' che ha difeso l'Italia e la democrazia da terrorismo e eversione
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Aldo Madia, addio a un 'eroe invisibile' che ha difeso l'Italia e la democrazia da terrorismo e eversione

Aldo Madia è stato il funzionario di polizia che durante gli anni di Piombo arresto l'allora capo delle Brigate Rosse Mario Moretti. Poi lavorò a lungo nei servizi segreti

Aldo Madia, addio a un 'eroe invisibile' che ha difeso l'Italia e la democrazia da terrorismo e eversione
Un volantino delle Brigate Rosse
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Gianni Cipriani Modifica articolo

13 Gennaio 2023 - 21.17


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Aldo Madia è un nome che praticamente non dice nulla a nessuno. Eppure – senza retorica – se l’Italia ha attraversato indenne la terribile stagione del terrorismo stagista e di quello brigatista e se è stato negli anni successivi al riparo da attentati o altro lo si deve ad Aldo Madia e a quei ‘servitori dello Stato’ (in questo caso sul serio e senza retorica) che de dietro le quinte e senza cercare notorietà hanno garantito la sicurezza degli italiani e la nostra democrazia.

Aldo Madia è stato il dirigente di polizia che durante gli anni di Piombo arrestò l’allora capo della brigate rosse Mario Moretti e che successivamente si mise sulle tracce di altri terroristi, soprattutto riparati in Francia ma non solo.

Successivamente passò al Sismi (oggi Aise) dove era una mosca bianca, visto che all’epoca la stragrande maggioranza del personale del servizio segreto aveva un’estrazione militare e i poliziotti si contavano sulle dita di una mano. 

Da dirigente del Sismi Madia lavorò per molti anni nel Medio Oriente, nostra antenna in quel complicato scenario ma riuscendo, con la sua autorevolezza, la sua professionalità e soprattutto la sua etica a guadagnare il rispetto degli israeliani, dei palestinesi e diventando interlocutore di molti dirigenti e leader del mondo arabo. Sempre al servizio della pace e della sicurezza dell’Italia.

Madia è stato un poliziotto e poi uno 007 diverso da molti altri. Sincero democratico, progressista, all’epoca lettore de Il Manifesto, fu a lungo pedinato e spiato dallo stesso Sismi che prima di farlo entrare nel servizio segreto per la sua indubbia professionalità lo passò ai raggi x, visto che qualche generale storceva il naso alla sola idea di aprire le porte a uno di sinistra. 

Ho avuto la fortuna di conoscere bene e a lungo Aldo Madia che per molti anni ho spesso sentito e che come memoria storica mi ha aiutato a ricostruire vicende che lui aveva vissuto da protagonista e che io mi accingevo a raccontare ad una ventina di anni di distanza. 

Molto spesso abbiamo parlato di quello che accadeva in Palestina, quali scenari, quali prospettive per una pace tra israeliani e palestinesi (ora più lontana che mai) e tante altre cose.

Quello che posso dire è che Aldo Madia era una gran brava persona. Una persona onesta, tutta d’un pezzo, ma nello stesso tempo mite e modesta nonostante la sua caratura. Una persona che non si poteva non stimare profondamente.

Ora Aldo Madia se ne è andato in punta di piedi, come aveva vissuto. Ma è enorme, a mio giudizio, la riconoscenza che la repubblica democratica deve a questo eroe invisibile.


Ai suoi familiari le condoglianze e un sentito e riconoscente abbraccio.

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