Bimbo morto nel bellunese, l'autopsia: ha ingoiato una sostanza tossica
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Bimbo morto nel bellunese, l'autopsia: ha ingoiato una sostanza tossica

Al momento la Procura della Repubblica di Belluno sta procedendo per omicidio colposo nei confronti del padre del bambino, l'unica persona presente in casa al momento del malore fatale.

Bimbo morto nel bellunese, l'autopsia: ha ingoiato una sostanza tossica
Il bimbo di 2 anni morto a Longarone
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4 Agosto 2022 - 09.43


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Nicolò Feltrin, il bambino di 2 anni di Longarone, morto il 28 luglio all’ospedale di Pieve di Cadore, dove era stato trasportato d’urgenza dal padre, è deceduto per arresto cardiaco conseguente a un’intossicazione. 

Lo conferma l’esito dell’autopsia, in attesa che l’indagine tossicologica faccia chiarezza sulla natura della sostanza ingerita dal bambino. Il sospetto degli investigatori è che si tratti di droga. In particolare, occorrerà verificare se vi sia corrispondenza tra quanto rilevato dall’analisi dei liquidi biologici del piccolo e dei materiali sequestrati dai carabinieri nella casa della famiglia. 

Al momento la Procura della Repubblica di Belluno sta procedendo per omicidio colposo nei confronti del padre del bambino, l’unica persona presente in casa al momento del malore fatale.

Dall’ipotesi di essersi infilato in bocca qualcosa di velenoso e scuro raccolto da terra mentre giocava in un’area pubblica dietro casa a quella dell’ingestione di una sostanza tossica trovata, invece, all’interno dell’abitazione in cui viveva con i genitori. La ricostruzione delle cause che hanno portato al decesso del piccolo è dunque affidata ai risultati dell’autopsia e alle evidenze che l’esame tossicologico collegato eventualmente porrà in luce.

Il bambino, secondo quanto riferito ai carabinieri dal padre, Diego Feltrin, un boscaiolo di 41 anni, avrebbe manifestato i primi segnali di malessere nel primo pomeriggio, dopo aver trascorso alcune ore in sua compagnia in un parco giochi. Nonostante la maggiore vicinanza dell’ospedale di Belluno rispetto a Longarone (Belluno), comune in cui la famiglia abita, i genitori avrebbero preferito dirigersi in quello di Pieve di Cadore per evitare possibili rallentamenti dovuti al traffico pomeridiano nella cintura urbana del capoluogo. Nella struttura sanitaria cadorina, però, le condizioni del piccolo sono rapidamente precipitate fino al decesso.

Gli investigatori hanno subito compiuto capillari sopralluoghi nell’area attrezzata a parco divertimenti per i più piccoli, in cui, tuttavia, sembra non sia stato repertato alcunché di anomalo. Contemporaneamente le ricerche sono state condotte anche in casa, ambiente in cui sono presenti farmaci e prodotti per usi diversi e nel quale pare ora più probabile sia avvenuta l’ipotizzata ingestione della sostanza alla quale si attribuisce la causa del decesso del bambino.

Per conoscere i risultati degli esami autoptico e tossicologico, effettuati nell’obitorio dell’ospedale di Belluno, occorrerà attendere alcune settimane.

Sotto il profilo giudiziario il padre risulta indagato come atto dovuto per omicidio colposo, rientrando in questa fattispecie ogni evento in cui un minore sia vittima di presunte condotte imprudenti o negligenti, in questo caso una sorveglianza inadeguata. L’uomo risulta del tutto estraneo a precedenti di natura giudiziaria. La moglie è dipendente di un’azienda che si occupa di servizi di refezione.

“Non so davvero cosa possa essere successo a mio figlio – si difende Diego Feltrin, che il giorno dell’accaduto era a casa di riposo, mentre la mamma Serena era uscita per andare a lavorare. – Non riesco nemmeno a guardare le sue foto”.

Amici e parenti non lasciano mai soli Diego e Serena. Raccontano che soprattutto la mamma è disperata, non sa darsi un perché. La coppia era andata ad abitare tre anni fa nell’appartamento nel grande condominio al centro di Codissago e conduceva una vita semplice, con un unico “lusso”, l’amore di entrambi per la montagna. 

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