L'appello di Medici Senza Frontiere: "Rilasciate la Geo Barents perché torni a salvare vite in mare"
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L'appello di Medici Senza Frontiere: "Rilasciate la Geo Barents perché torni a salvare vite in mare"

L'organizzazione umanitaria: "L’ultima nave umanitaria bloccata in un porto italiano proprio mentre in mare si consumava l’ennesimo naufragio, il secondo in pochi giorni".

Geo Barents
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4 Luglio 2021 - 18.51


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Basta con le ipocrisie: “Mentre le navi umanitarie vengono bloccate, centinaia di vite si perdono nel Mediterraneo centrale”. È il monito di Medici Senza Frontiere (Msf) dopo il fermo della Geo Barents, l’ultima nave umanitaria bloccata in un porto italiano proprio mentre in mare si consumava l’ennesimo naufragio, il secondo in pochi giorni. Msf chiede alle autorità italiane “il tempestivo rilascio della Geo Barents perché possa tornare al più presto a salvare vite in mare”.

Alla fine di un’ispezione durata 14 ore, il 2 luglio nel porto di Augusta, la nave di ricerca e soccorso di Msf è stata sottoposta a fermo amministrativo a seguito dell`individuazione di 22 non-conformità, 10 delle quali sarebbero alla base del provvedimento. “Siamo pronti a effettuare tutti gli adeguamenti necessari, ma siamo consapevoli che le ispezioni sono diventate un mezzo per perseguire obiettivi politici dietro la forma di procedure amministrative. Msf è scesa in mare a maggio con la Geo Barents, pienamente equipaggiata e certificata per svolgere attività di ricerca e soccorso, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti previsti dalle autorità marittime competenti”, si legge nella nota.

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I team a bordo hanno effettuato una serie di soccorsi dal 10 al 12 giugno, salvando 410 persone estremamente provate e con diversi casi vulnerabili. Tra loro 16 donne, di cui sei viaggiavano sole e una era incinta, oltre a 101 minori non accompagnati.

“I controlli dello Stato di approdo sono procedure legittime, sviluppate per garantire la sicurezza della navigazione, ma queste ispezioni vengono strumentalizzate delle autorità per colpire le navi umanitarie in modo discriminatorio. L’unica conclusione possibile è che tutto questo è giustificato da motivi politici”, dichiara Duccio Staderini, responsabile delle attività di ricerca e soccorso di MsgF. “Le lunghe e meticolose ispezioni delle navi umanitarie hanno l’obiettivo di individuare qualunque tipo di irregolarità per impedire che riprendano la loro azione salvavita. Siamo di fronte a una terribile realtà: mentre le navi umanitarie vengono bloccate, continuiamo a perdere vite nel Mediterraneo”.

Determinata a tornare in mare il prima possibile, MSF presenterà un piano di azione per adeguare velocemente le irregolarità tecniche contestate dalle autorità, chiedendo contestualmente l’immediata revoca dell`ordine di fermo, come previsto dalle procedure esistenti (art. 22 del D. Lgs. 53/2011). In caso di rifiuto, “MSF si riserva di intraprendere ulteriori iniziative per contestare il provvedimento di fronte al TAR e chiedere un indennizzo dei danni subiti come risultato del fermo indebito della nave e dei ritardi nella ripartenza (spese del noleggio, stipendi del personale e altri costi vivi)”.

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