Quest'anno in Italia sono arrivati 8.520 migranti, il 14% sono minori non accompagnati
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Quest'anno in Italia sono arrivati 8.520 migranti, il 14% sono minori non accompagnati

Secondo Unicef e Save the children il dramma degli sbarchi non si arresta, mancano i servizi di assistenza ai bambini a Lampedusa e Ventimiglia

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20 Aprile 2021 - 09.54


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Il tema dei migranti è sparito dai radar della politica, indaffarata nella gestione dell’emergenza Covid.
Se è vero che “ubi maior, minor cessat”, i migranti non sono affatto “minor” dato che continuano a sbarcare anche con il Covid e anzi, la condizione già precaria nei centri di accoglienza, è sensibilmente peggiorata.
Nei primi tre mesi e mezzo del 2021, per l’esattezza fino al 16 aprile, sono arrivati sulle nostre coste più di 8.520 migranti e rifugiati, di cui 1.196 (il 14%) minori stranieri non accompagnati.
Lampedusa e Ventimiglia rappresentano le due frontiere opposte di un sistema di accoglienza e protezione per minorenni – non accompagnati o con i loro familiari – in cui si registrano ancora evidenti sfide.
Lo rendono noto Unicef, Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, e Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, che da dicembre 2020 uniscono le proprie forze per dare una risposta immediata ai bisogni essenziali di bambini e adolescenti, delle loro famiglie e delle donne sole in arrivo e in transito.
Tra dicembre e marzo a Ventimiglia sono stati assistiti 72 nuclei familiari con 116 bambini a carico e raggiunti oltre 169 minori non accompagnati, tra cui 6 ragazze, a Lampedusa 59 famiglie con 130 bambini, di cui 52 bambine, 181 donne e 404 minori stranieri non accompagnati, di cui almeno 33 ragazze.
Le giovani sono esposte a rischi specifici, viene sottolineato nel comunicato, in quanto non sempre identificate come minori da parte delle autorità predisposte e per la difficoltà nell’accesso a informazioni e servizi dedicati.
Questo a causa delle particolari modalità con cui le minori viaggiano, spesso aggregandosi a famiglie o accompagnatori adulti e in virtù del fatto che molte non dichiarano la loro minore età, anche perché obbligate, o vittime di tratta.
Dopo i primi 4 mesi di attività, Unicef e Save the Children hanno rinnovato la collaborazione congiunta fino a dicembre 2021 a supporto dei minori migranti in arrivo attraverso la rotta del Mediterraneo centrale e quella balcanica con team a Lampedusa e Ventimiglia.
Tra gli interventi portati avanti nell’ambito del programma congiunto uno spazio per ragazze, lo Youth Corner, realizzato nel Child Friendly Space, un luogo sicuro che offre ascolto e protezione a minori soli e famiglie. Tra le opportunità offerte anche il servizio di Helpline Minori Migranti di Save the Children e di informativa tramite la piattaforma on-line U-Report on the Move di Unicef.
“Ogni minore dovrebbe avere diritto alla protezione e a vivere le sfide tipiche della sua età – sottolinea Anna Riatti, Coordinatrice della risposta in Italia per l’Ufficio Regionale Unicef per l’Europa e l’Asia centrale – ragazze e ragazzi rifugiati e migranti vivono invece soli una triplice transizione: dal Paese d’origine al Paese d’arrivo, il superamento del trauma, il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
Questa situazione aumenta inoltre l’esposizione al rischio di violenza e sfruttamento, in particolare per le ragazze.
Abbiamo il dovere di supportare i minori rifugiati e migranti e di offrire soluzioni sicure, soprattutto in questo periodo di pandemia”. 
“Il nostro Paese e l’Europa tutta – aggiunge Raffaela Milano, direttrice Programmi Italia-UE di Save the Children – devono garantire ai bambini, alle bambine e agli adolescenti una rete di accoglienza e di protezione adeguata e rispettosa dei loro diritti fondamentali. Un’attenzione particolare va rivolta ai minorenni, ragazzi e ragazze, che giungono in Italia da soli, senza familiari adulti di riferimento, i quali necessitano di essere accompagnati nel loro percorso di crescita, così come previsto dalla legge 47/2017, una legge che occorre attuare pienamente. 
In questo difficile tempo di emergenza sanitaria è ancor più indispensabile rafforzare la rete di collaborazione tra istituzioni e organizzazioni della società civile per raggiungere questo obiettivo”.
Lampedusa continua ad essere uno dei principali punti di arrivo e resta uno dei luoghi di prima accoglienza. 
E’ al centro delle operazioni di soccorso e salvataggio nel Mediterraneo Centrale. Ciclicamente l’hotspot ospita molte più persone di quanto la struttura sia capace di accogliere e le procedure di prevenzione del contagio da Covid-19 hanno reso ancora più complessa la capacità di poter identificare i soggetti più vulnerabili e bisognosi di attenzione specifica. 
Di fatto, non sempre sono garantiti spazi dedicati a minori soli, famiglie con bambini e donne.
A Ventimiglia la situazione appare ancora drammatica. 
Secondo dati raccolti dal team di Save the Children attivo sul posto, circa 200 minorenni soli hanno oltrepassato la frontiera nel 2020. 
Sono bambini e adolescenti senza figure di riferimento, che affrontano pericolosi viaggi in mare per raggiungere un porto sicuro o che attraversano la rotta balcanica, tentando di raggiungere i Paesi del Nord Europa, spesso per ricongiungersi con i propri familiari, senza la possibilità di un pasto caldo o di un tetto sopra la testa, senza assistenza sanitaria, esposti al rischio di sfruttamento e violenza.
Dopo la chiusura del Campo Roja a luglio 2020 a Ventimiglia, si sono ulteriormente ridotti fino a quasi scomparire i servizi di assistenza e accoglienza per bambini, adolescenti e famiglie. 
Tanti minori dichiarano inoltre di essere respinti alla frontiera con la Francia e rinviati in Italia, vedendo così rifiutato il diritto alla protezione per minore età.

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