Il Presidente dell'Ordine dei Medici di Milano: "Pressione su territorio e ospedali è imponente"
Top

Il Presidente dell'Ordine dei Medici di Milano: "Pressione su territorio e ospedali è imponente"

Roberto Carlo Rossi parla anche delle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziali: "L'idea è ottima, ma non abbiamo abbastanza personale"

Roberto Carlo Rossi
Roberto Carlo Rossi
Preroll

globalist Modifica articolo

10 Novembre 2020 - 16.44


ATF

Il Presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Milano, Roberto Carlo Rossi, all’indomani della richiesta del presidnete nazionale dell’Ordine Filippo Anelli di un lockdown nazionale, ha dichiarato in riferimento alla situazione della sua zona: “Il pressing sul territorio è imponente al di là delle campagne di stampa contro la medicina di famiglia: i dati, le telefonate e le mail che ricevo oltre all’esperienza personale parlano di colleghi che trascorrono ore a riempire i portali, a chiamare la gente al telefono oltre all’attività clinica che anche se compressa deve andare avanti perchè le altre malattie non vanno in vacanza”.
“In ospedale – aggiunge Rossi – non va meglio: al di là della ristrutturazione dei reparti i turni sono massacranti, il pressing sui pronto soccorso gigantesco”.
Rossi torna sulla dotazione per i medici di dispositivi di sicurezza. “Adesso la situazione sulle mascherine è migliore di un tempo perchè i medici se le comprano da soli – afferma – Gallera dice che in ottobre ne avrebbe distribuite 452mila ma a Milano a noi non risulta. Io voglio essere chiaro: a noi della politica non interessa nulla, noi diciamo che c’è un problema di dispositivi intesi come mascherine, non sono arrivate in ottobre. Io prego le autorità regionali di credermi che io non le ho ricevute”.
Per alleggerire il carico di lavoro in capo ai medici di famiglia sono previste le Usca, unità speciali di continuità assistenziale. “Sono una bellissima idea nel senso che per coloro che hanno sintomi Covid ma si ritiene di doverli visitare a casa intervengono le Usca, le visite ai fragili, cronici invece le facciamo noi. L’idea è fantastica, ma non ce ne sono abbastanza – lamenta il presidente dell’Ordine dei Medici milanese – Hanno una mole di lavoro enorme, una loro visita implica vestizione, svestizione che hanno dei tempi tecnici rigorosamente necessari. Noi dobbiamo sempre avere in testa che stiamo maneggiando un virus che in una certa percentuale di casi è potenzialmente letale, per cui senza fare allarmi dobbiamo approcciarci a questo tipo di minaccia biologica con gli strumenti idonei altrimenti si rischia”.

Leggi anche:  "Scerbanenco incontra Fior" un connubio di letteratura e arte a Milano
Native

Articoli correlati