Pesenti smentisce Arcuri sulle terapie intensive: "Niente pressione? Non sappiamo dove mettere i malati"
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Pesenti smentisce Arcuri sulle terapie intensive: "Niente pressione? Non sappiamo dove mettere i malati"

Parla Antonio Pesenti, direttore del dipartimento di Uoc Anestesia-Rianimazione del Policlinico di Milano e coordinatore delle terapie intensive nell'Unità di crisi della Regione Lombardia

Terapia intensiva
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16 Novembre 2020 - 16.35


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“Non c’è pressione sulle terapie intensive” ha detto stamattina il commissario generale per l’emergenza Domenico Arcuri. Parole che vanno in netto contrasto con quanto ci viene invece raccontato da chi in corsia ci sta giorno dopo giorno. E che sono nettamente smentite da Antonio Pesenti, direttore del dipartimento di Uoc Anestesia-Rianimazione del Policlinico di Milano e coordinatore delle terapie intensive nell’Unità di crisi della Regione Lombardia per l’emergenza coronavirus: “Io non so quale sia la situazione dell’Italia in generale, ma in Lombardia di pressione sulle terapie intensive ce n’è tantissima: non abbiamo più posti liberi per i malati Covid e tutti i giorni dobbiamo inventarli. Oggi, per esempio, alle 17 del pomeriggio, sono rimasti due soli letti, ma probabilmente anche questi saranno occupati se non lo sono già. I malati li mettiamo nelle sale di risveglio delle sale operatorie finché qualcuno non allestisce un posto in più. Ecco qual è la situazione in tempo reale e va così da giorni”. 
“Se Monza o Varese sono fra le realtà messe peggio, le più in affanno insieme a Milano, Lecco, Como, i malati li mandiamo dappertutto nella rete, quindi anche a Bergamo o Lodi, per esempio. La sofferenza – spiega – è dunque generalizzata. Speriamo aprano presto ulteriori letti in più e vediamo se domani o dopodomani la situazione si libera un po’”.
In molti guardano con speranza e attesa ai numeri, c’è chi segnala spie dei primi effetti delle misure. Pesenti si mantiene cauto: “La curva dei contagi dipende da tante cose, da quanti tamponi si fanno e a chi. Io per ora credo che se i ricoveri diminuiscono davvero lo vedremo con una settimana o due di ritardo”, rispetto all’andamento dei positivi. “Quindi dovremo andare avanti così ancora per diversi giorni”.

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