Il racconto del gestore di un pub: "I fratelli Bianchi mi minacciarono, ma Willy ha avuto più coraggio di me"
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Il racconto del gestore di un pub: "I fratelli Bianchi mi minacciarono, ma Willy ha avuto più coraggio di me"

Il racconto di Stefano Sorci su Facebook: "I ragazzi alla ribalta delle cronache sono stati anche da me"

Marco e Gabriele Bianchi
Marco e Gabriele Bianchi
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11 Settembre 2020 - 10.21


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Stefano Sorci è il titolare di un bar a Giulianello (Latina) che su Facebook ha scritto un lungo sfogo: Sorci racconta che gli era capitato di incontrare i fratelli Bianchi, prima dell’omicidio di Willy: 
I ragazzi alla ribalta delle cronache sono stati anche da me, era una sera d’inizio estate.

È stata una mezz’ora, sul tardi, e non è successo nulla di particolare. Eppure, tutti i presenti, quella mezz’ora se la ricordano bene. Anzi, ne ricordano bene i primi dieci minuti, quelli sufficienti a fargli passare la voglia di restare” racconta Sorci. 
“Eravamo seduti tutti fuori, e ci siamo girati improvvisamente a guardare il Suv che sbucava dall’arco a tutta velocità per poi inchiodare a due metri dai tavolini.
Sono scesi in 5 col classico atteggiamento spavaldo di chi a 25 anni gira col Suv, in gruppo, coi capelli tinti, le catene al collo, i vestiti firmati, i bicipiti tirati a lucido e le sopracciglia appena disegnate. Quando fai il mio lavoro da anni, ti accorgi che su quella storia dell’abito e del monaco qualcuno ci ha ricamato sopra allegramente.
È calato subito il silenzio, sono stato costretto ad alzarmi quando ho sentito un poco promettente ‘chi è che comanda qua dentro?’, detto dal primo che si era affacciato sulla porta”.
“Hanno iniziato a fare mille domande” continua il racconto, “prima sugli orari di apertura di tutti i locali del paese, poi sulle birre, sul modo in cui si lavano i bicchieri, sulla quantità della schiuma.. c’era un’atmosfera pesantissima, ho visto con la coda dell’occhio tutti i tavoli fuori svuotarsi, le persone buttare un occhio dentro e andar via, e, mentre cercavo di rispondere alle domande, loro hanno iniziato a fare una gara di rutti sopra la mia voce a cui non ho reagito in nessun modo”.
“Hanno bevuto, hanno fatto casino, hanno brindato, hanno ruttato, e sono ripartiti sgommando col Suv, come cani che hanno appena pisciato su un territorio nuovo e se ne vanno soddisfatti. Ho chiuso a chiave e mi sono diretto a casa, ho iniziato a tranquillizzarmi soltanto lì” dice Sorci, prima di parlare di Willy: “Provo solo una stima enorme per Willy e per la sua sterminata mole di coraggio racchiusa in uno scricciolo d’uomo”. 
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