Arrivata la conferma della condanna a 30 anni per Mesina: ma è in fuga
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Arrivata la conferma della condanna a 30 anni per Mesina: ma è in fuga

Dopo la condanna in appello per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, Mesina era tornato libero per decorrenza dei termini.

Graziano Mesina
Graziano Mesina
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3 Luglio 2020 - 07.11


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Graziano Mesina è in fuga dopo che la Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai suoi legali, rendendo così definitiva la condanna a 30 anni di reclusione. Ne dà notizia il quotidiano L’Unione Sarda. “Ora per l’ex primula rossa si riaprono le porte del carcere con un provvedimento che potrebbe arrivare in queste ore, anche se lui al momento risulta irreperibile”, scrive il giornale.

Dopo la condanna in appello per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, Mesina era tornato libero per decorrenza dei termini. Mesina, che vive a Orgosolo non possiede telefono e non è reperibile. 

“Non abbiamo ricevuto alcun documento da parte della Cassazione, nessun documento ufficiale. Nessun ordine di esecuzione”. Così l’avvocato di Graziano Mesina, Maria Luisa Vernier, raggiunta telefonicamente dall’AGI. Il legale ha spiegato di non aver avuto contatti recenti con Mesina: “Vive a Orgosolo e non ha telefono”, ha detto.

Mesina era tornato in libertà il 19 giugno del 2019 dopo sei anni di carcere a Nuoro per decorrenza dei termini di carcerazione. L’ex primula rossa del banditismo sardo, che scontava una condanna a 30 anni per traffico internazionale di droga, era rientrato a Orgosolo accompagnato dai suoi legali. Mesina era stato condannato dalla Corte d’appello di Cagliari a 30 anni di reclusione con la revoca della grazia concessa nel 2004 dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Era stato arrestato il 10 giugno del 2013. Era in custodia cautelare in attesa delle motivazioni della sentenza. Decorsi i sei anni e’ tornato libero per scadenza dei termini . Mesina si era sempre proclamato innocente.

Ex ergastolano, Graziano Mesina era tornata libero nel 2004, dopo aver trascorso quasi 40 anni da detenuto. La sua ‘carriera’ di bandito era iniziata quand’era giovanissimo e il carcere l’aveva conosciuto presto, dopo una prima condanna per omicidio.

Nato il 4 aprile del 1942 a Orgosolo, penultimo degli undici figli di Pasquale Mesina, pastore, e Caterina Pinna, ‘Grazianeddu’ era stato arrestato la prima volta a 14 anni per porto abusivo d’armi. Poco dopo era fuggito compiendo la prima delle evasioni che l’avrebbero reso celebre.

La seconda fuga risale al maggio del 1962, quando durante un trasferimento dal penitenziario di Sassari si era lanciato da un treno in corsa. La libertà era durata poco: Mesina era stato catturato dopo un lungo inseguimento. Dello stesso anno e’ la terza evasione, questa volta dall’ospedale di Nuoro dov’era ricoverato. Per sfuggire alla cattura Mesina era rimasto nascosto due giorni e due notti in un grosso tubo nel cortile del presidio.

La quarta volta ‘Grazianeddu’ era evaso dal carcere di San Sebastiano di Sassari. Mesina, assieme all’ex legionario spagnolo Miguel Atienza, si era lasciato cadere dal muro di cinta del carcere. Da allora era rimasto alla macchia fino al 20 marzo del 1968 quando era stato catturato a un posto di blocco da una pattuglia della polizia stradale nei pressi di Orgosolo. Ancora un’evasione dal carcere di Lecce nel 1976, con una latitanza durata quasi un anno.

Dopo essere stato rinchiuso nel penitenziario di Porto Azzurro per scontare l’ergastolo Mesina aveva di tenere un comportamento irreprensibile per ottenere il riesame della sua vicenda processuale. Nel 1985 si era allontanato dal carcere per una ‘fuga d’amore’ ma era stato rintracciato e catturato. Le sue fughe e la sua latitanza sono diventate mitiche in Sardegna e si racconta che spesso tornasse a Orgosolo per incontri con donne innamorate di lui. 

Dopo un periodo di relativo silenzio, l’ex primula rossa del banditismo sardo era tornato alla ribalta nel 1992 quando era rientrato in Sardegna per occuparsi del sequestro di Farouk Kassam. La vicenda aveva suscitato polemiche sul ruolo di Mesina nella liberazione del bambino. L’anno successivo era stato rinchiuso definitivamente in carcere dopo che furono ritrovate alcune armi in un cascinale di San Marzanotto d’Asti, dove ‘Grazianeddu’ viveva.

Era stato condannato dalla Corte d’appello di Cagliari a 30 anni di reclusione con la revoca della grazia concessa nel 2004 dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Poi era stato arrestato il 10 giugno del 2013, per traffico internazionale di droga.

Tre anni più tardi Mesina era stato condannato a 30 anni di carcere per associazione a delinquere specializzata nel traffico di droga. Il verdetto della seconda sezione penale del tribunale di Cagliari era stato più pesante della richiesta del pubblico ministero, che aveva chiesto la condanna a 26 anni di carcere. Nel 2018 la pena gli era stata confermata in appello. Mesina, che si e’ sempre proclamato innocente, era tornato in libertà il 10 giugno dell’anno scorso dopo sei anni di carcere a Nuoro per decorrenza dei termini di carcerazione. 

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