Il Papa riceve i medici e infermieri lombardi: "Siete la colonna portante del Paese"
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Il Papa riceve i medici e infermieri lombardi: "Siete la colonna portante del Paese"

Bergoglio: "I pazienti hanno sentito spesso di avere accanto a sé degli angeli, che li hanno aiutati a recuperare la salute o accompagnati verso l'incontro con il Signore"

Papa Francesco
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20 Giugno 2020 - 10.59


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I medici, gli infermieri e gli operatori sanitari della Lombardia sono stati ricevuti dal Papa in Vaticano: “Siete le colonne portanti del Paese”, ha detto loro Bergoglio. In Vaticano, anche il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana; l’Arcivescovo di Milano, i Vescovi di Bergamo, Brescia, Cremona, Crema e Lodi, luoghi severamente colpiti dal Covid.
“Siete venuti in rappresentanza della Lombardia, una delle Regioni italiane più colpite dall’epidemia di Covid-19, insieme al Piemonte, all’Emilia Romagna e al Veneto, segnatamente Vo’ Euganeo, qui rappresentato dal Vescovo di Padova. Oggi idealmente abbraccio anche queste Regioni. E saluto gli esponenti dell’Ospedale “Spallanzani” di Roma, presidio medico che si è molto prodigato nel contrasto al virus”, ha detto Bergoglio.
Il Pontefice ha ripercorso i terribili momenti del lockdown: “Abbiamo sentito più che mai viva la riconoscenza per i medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari, in prima linea nello svolgimento di un servizio arduo e a volte eroico. Sono stati segno visibile di umanità che scalda il cuore. Molti di loro si sono ammalati e alcuni purtroppo sono morti, nell’esercizio della professione. Li ricordiamo nella preghiera con tanta gratitudine”.
Medici e operatori, come persone di famiglia: “Nel turbine di un’epidemia con effetti sconvolgenti e inaspettati, la presenza affidabile e generosa del personale medico e paramedico – ha detto a Francesco – ha costituito il punto di riferimento sicuro, prima di tutto per i malati, ma in maniera davvero speciale per i familiari, che in questo caso non avevano la possibilità di fare visita ai loro cari. E così hanno trovato in voi, operatori sanitari, quasi delle altre persone di famiglia, capaci di unire alla competenza professionale quelle attenzioni che sono concrete espressioni di amore. I pazienti hanno sentito spesso di avere accanto a sé degli “angeli”, che li hanno aiutati a recuperare la salute e, nello stesso tempo, li hanno consolati, sostenuti, e a volte accompagnati fino alle soglie dell’incontro finale con il Signore. Questi operatori sanitari, sostenuti dalla sollecitudine dei cappellani degli Ospedali, hanno testimoniato la vicinanza di Dio a chi soffre; sono stati silenziosi artigiani della cultura della prossimità e della tenerezza”.
Il Pontefice ha reso omaggio a medici e infermieri in prima linea nella pandemia: “Cari medici e infermieri, il mondo ha potuto vedere quanto bene avete fatto in una situazione di grande prova. Anche se esausti, avete continuato a impegnarvi con professionalità e abnegazione. E questo genera speranza. Siete stati una delle colonne portanti dell’intero Paese. A voi qui presenti e ai vostri colleghi di tutta Italia vanno la mia stima e il mio grazie sincero, e so bene di interpretare i sentimenti di tutti”.
Ora, ha ammonito Bergoglio, “è il momento di fare tesoro di tutta questa energia positiva che è stata investita. E una ricchezza che in parte, certamente, è andata ‘a fondo perduto’, nel dramma dell’emergenza; ma in buona parte può e deve portare frutto per il presente e il futuro della società lombarda e italiana. La pandemia ha segnato a fondo la vita delle persone e la storia delle comunità. Per onorare la sofferenza dei malati e dei tanti defunti, soprattutto anziani, la cui esperienza di vita non va dimenticata, occorre costruire il domani: esso richiede l’impegno, la forza e la dedizione di tutti. Si tratta di ripartire dalle innumerevoli testimonianze di amore generoso e gratuito, che hanno lasciato un’impronta indelebile nelle coscienze e nel tessuto della società, insegnando quanto ci sia bisogno di vicinanza, di cura, di sacrificio per alimentare la fraternità e la convivenza civile. In questo modo, potremo uscire da questa crisi spiritualmente e moralmente più forti; e ciò dipende dalla coscienza e dalla responsabilità di ognuno di noi”.

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