Crudeltà gratuita: una cucciola di cane torturata e impiccata all'entrata di un negozio
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Crudeltà gratuita: una cucciola di cane torturata e impiccata all'entrata di un negozio

Indagano i Carabinieri che stanno controllando le immagini riprese da alcune telecamere presenti nella zona. La denuncia degli animalisti: questa violenza è indice di pericolosica sociale

Il cane impiccato a Vibo Valentia
Il cane impiccato a Vibo Valentia
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24 Novembre 2018 - 17.51


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Chissà se sadici, delinquenti o solo pericolosi imbecilli: una cucciola di cane di quattro mesi è stato rinvenuta impiccata davanti all’entrata di un negozio outlet a Vibo Valentia. Secondo i primi rilievi dell’Asp veterinaria l’animale, senza microchip, è stato torturato fino al giungere della morte. Sono al vaglio dei Carabinieri le immagini riprese da alcune telecamere presenti nella zona”. Lo rende noto Riccardo Manca, vice Presidente di Animalisti Italiani onlus.
”Quanto accaduto ci lascia sgomenti – spiega – Presenteremo una denuncia contro l’ennesimo crimine efferato a danno dei nostri amici a quattro zampe, frutto a volte di un’insofferenza, completamente amorale, per la presenza sul territorio di animali vaganti e indifesi. Le autorità devono punire con estrema severità la feroce violenza nei confronti di un essere innocente. Da parte nostra c’è piena disponibilità a collaborare con le forze dell’ordine, a cui esprimiamo la nostra piena fiducia, certi che le loro le indagini porteranno all’individuazione del responsabile”.
“La violenza sugli animali – conclude Manca – è indice di pericolosità sociale, per questo stiamo chiedendo con urgenza al Governo l’inasprimento delle pene attualmente previste dalla legge per chi maltratta o uccide gli animali. Ora bisogna agire senza fare sconti a nessuno. Gli animali sono nostri compagni di vita, nostri fedeli amici e una violenza di questo livello è intollerabile. Ci rivolgiamo a tutta la comunità della provincia calabrese perché rompa il silenzio dell’omertà attorno a un vigliacco assassino che potrebbe colpire ancora”.

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