Una bimba con due papà: sentenza storica del Tribunale che riconosce la bigenitorialità
Top

Una bimba con due papà: sentenza storica del Tribunale che riconosce la bigenitorialità

Secondo i giudici dell'ottava sezione civile garantire alla piccola i diritti ad avere due genitori dello stesso sesso è "superiore interesse della minore". I due padri: "abbiamo fatto da apripista e da... aprimente"

Gianni Tofanelli e Andrea Simone
Gianni Tofanelli e Andrea Simone
Preroll

globalist Modifica articolo

26 Ottobre 2018 - 10.34


ATF

Una bimba con due papà. Accade a Milano dove il tribunale ha riconosciuto alla minore il diritto ad avere due genitori dello stesso sesso. La decisione, sottolineano i giudici dell’ottava sezione civile, “non viola alcun principio fondamentale”, ma anzi è “superiore interesse della minore” garantirle i “diritti alla bigenitorialità”.
Per questi motivi i giudici, nel decreto con cui hanno ordinato di rettificare l’atto di nascita della bimba nata negli Usa con la fecondazione assistita, hanno indicato come genitori entrambi i padri, italiani, e non solo quello biologico.
“E’ una sentenza storica – hanno detto i protagonisti della vicenda, Gianni Tofanelli e Andrea Simone a Tgcom24 – che cambia la vita non solo della nostra bimba, ma di tutti gli altri piccoli milanesi con due papà: abbiamo fatto da apripista e da… aprimente”.
“Non ci aspettavamo – hanno aggiunto – di raggiungere questo risultato in tempi così rapidi”. L’iter, infatti, è iniziato a febbraio 2018. “La situazione – ricordano i papà – era zoppa in partenza. L’atto di nascita originario della California riportava il solo nome del genitore biologico; era stato poi integrato dalle autorità Usa con il nome del secondo padre, ma questa era una cosa che il Comune di Milano si era rifiutato di fare. Così a maggio è stato presentato il ricorso, dando il via all’iter giudiziario che si è concluso positivamente con l’ok dei giudici il 24 ottobre”.
Ora il Tribunale impone che entrambi i padri vengano indicati come genitori, ponendo così fine a un comportamento discriminatorio di Milano che riconosceva solo i figli di due mamme.
L’ottava sezione civile, sulla scia di altre decisioni simili di altri Tribunali italiani degli ultimi mesi, ha accolto il ricorso degli avvocati Giacomo Cardaci, Manuel Girola e Luca Di Gaetano di Rete Lenford – Associazione avvocatura per i diritti Lgbt.

Leggi anche:  25 aprile 1945: quando la voce di Sandro Pertini chiamò alla rivolta
Native

Articoli correlati