Abbiamo vinto: quando Falcone mi sorrise dopo le condanne al maxi-processo
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Abbiamo vinto: quando Falcone mi sorrise dopo le condanne al maxi-processo

Il 16 dicembre 1987 fu dato un grande colpo a Cosa Nostra. Il racconto di Giovanni Paparcuri, collaboratore del giudice Rocco Chinnici e amico di Falcone

Giovanni Falcone
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16 Dicembre 2017 - 18.26


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Esattamente 30 anni fa, era il 16 dicembre 1987. Ricordo e ritratto di Giovanni Falcone. A farlo, Giovanni Paparcuri, collaboratore del giudice Rocco Chinnici, unico superstite della strage di via Pipitone. Sulla sua pagina Facebook, Paparcuri ricorda quel 16 dicembre al Palazzo di Giustizia. Falcone è nel suo ufficio, abbandonato nella sua poltrona davanti alla scrivania piena di carte e fascicoli. Falcone sorride, ha il volto disteso . Ecco il breve, intenso racconto:
– Papa (così mi chiamava il dr. Falcone) venga qua;
Io pensai che voleva il solito caffè o che aveva bisogno di una ricerca, entrai nella stanza e lo vidi esattamente così come in questa foto (scattata al ministero), con lo schienale della poltrona reclinato e un bel sorriso di soddisfazione stampato in faccia, e gli dissi:
– mi dica;
– abbiamo vinto (mentre posava la cornetta del telefono);
– lo guardai stupito e dentro di me mi chiedevo; ma cosa abbiamo vinto se non abbiamo mai giocato nemmeno una schedina?
– abbiamo vinto, hanno emesso la sentenza del maxi processo, ci sono state un sacco di condanne.
Era una delle poche volte che lo vidi felice, tanto lavoro ripagato. Purtroppo, abbiamo vinto solo una battaglia, ma non la guerra”.

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