Finisce in Uruguay la latitanza del boss di 'ndrangheta Rocco Morabito
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Finisce in Uruguay la latitanza del boss di 'ndrangheta Rocco Morabito

Era tra i cinque più pericolosi ricercati, insieme a Matteo Messina Denaro. Tirava le fila del narcotraffico dal Sud America all'Europa

Una vecchia fotografia di Rocco Morabito
Una vecchia fotografia di Rocco Morabito
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4 Settembre 2017 - 07.08


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E’ finita dopo 23 anni la latitanza di Rocco Morabito, catturato a Montevideo dalla polizia uruguaiana. Rocco Morabito faceva parte dell’esclusivo ”club” dei cinque più pericolosi esponenti della criminalità mafiosa ed organizzata italiana ancora latitanti, insieme al capo di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, al camorrista Marco Di Lauro, a Giovanni Motisi, anche lui esponente della mafia siciliana, e ad Attilio Cubeddu, appartenente a quella che, negli anni ’70 e ’80, veniva chiamata l’Anomima sequestri sarda.
Morabito, 51 anni, è stato sorpreso ed arrestato dagli agenti della polizia uruguaiana in un albergo di lusso di Montevideo. Dopo l’arresto, gli agenti hanno perquisito da cima a fondo la villa a cinque stelle in cui il latitante viveva con la moglie, 54 anni, di origine angolana e passaporto portoghese. Nella villa, con tanto di piscina e Mercedes bianca parcheggiata davanti al patio, sono stati trovati e sequestrati assegni e denaro contante (molte le mazzette di dollari americani, in quantità non precisata, ma che dovrebbe essere ingente) oltre a dodici carte di credito ed armi non meglio precisate (di scuro una pistola semiautomatica, forse una Glock). Trovati anche tredici telefoni cellulari di cui ora si occuperanno gli esperti per capire quali fossero i contatti che più di frequente Morabito coltivava, in Sud America ed in Italia, e se per caso, dall’analisi delle celle, sia possibile tracciare gli spostamenti del boss.
Quando gli agenti, fatta irruzione nell’hotel, si sono qualificati chiedendogli se egli fosse appunto Rocco Morabito, l’uomo ha detto che si trattava di uno scambio di persona, esibendo un passaporto brasiliano intestato a Francesco Antonio Capeletto Souza. Tentativo fallito, tanto che goi agenti lo hanno subito ammanettato. Stessa sorte per la moglie.
Stando a quando accertato dagli investigatori della polizia di Montevideo, Morabito pare vivesse in Uruguay da una decina d’anni, grazie anche a delle identità fasulle che gli consentivano di spostarsi senza problemi.
Il governo locale ha già annunciato che il boss calabrese sarà presto estradato in Italia.
E’ finita quindi la carriera di una delle menti del traffici di droga che, da un paio di decenni, vengono gestiti dalla ‘ndrangheta soprattutto con i cartelli del Sud America, un filone che i mafiosi calabresi hanno aperto per primi e che oggi consente loro di controllare ancora gli enormi flussi soprattutto di cocaina che invadono i ricchi mercati europei.
Morabito faceva parte del gruppo di comando dell’omonima e potentissima cosca di Africo (nella locride). Contro di lui era stato emesso un provvedimento restrittivo dopo che è andata in giudicato una condanna a trent’anni di per associazione per delinquere di tipo mafioso, finalizzata soprattutto al traffico di sostanze stupefacenti.
Nei prossimi giorni saranno avviate le procedure per l’estradizione di Morabito in Italia.

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