Siamo stati noi”: avrebbero confessato così di essere stati tra gli autori dei due stupri a Rimini la settimana scorsa, i due ragazzi marocchini, minorenni, che si sono presentati oggi a una caserma dei Carabinieri di Pesaro per rendere dichiarazioni.
A breve potrebbe presentarsi spontaneamente ai carabinieri di Montecchio, dove tutti gli autori dello stupro (nessuno dei quali avrebbe precedenti) a quanto pare risiedono, anche un terzo giovane del gruppo.
Leggi anche Ecco la foto che incastra gli stupratori
Uno dei fotogrammi è del 26 agosto, quasi alle 4 di notte (3.57 per la precisione). E ritrae tre persone di spalle, due col cappellino con visiera, il terzo coperto dal cappuccio della felpa, mentre camminano sul lungomare.
Non solo la transessuale peruviana, che si è detta certa del riconoscimento, ma anche la coppia polacca, seppur con dei distinguo – la ragazza, 26 anni, è ancora sotto choc, mentre il giovane ne avrebbe indicato in particolare un paio – ha riconosciuto le foto dei quattro autori dello stupro di gruppo avvenuto a Miramare, frazione di Rimini, la notte di venerdì scorso, nei pressi del bagno 130. Le immagini delle telecamere di sorveglianza, relativamente nitide, dove si vedono i visi un po’ di profilo, sono relative al percorso fatto dagli aggressori dalla spiaggia fino alla strada statale, dove è avvenuta la seconda aggressione alla ragazza peruviana.
La ragazza polacca violentata non sarebbe sicura al cento per cento di averli riconosciuti dalle immagini delle telecamere posizionate tra il lungomare e la statale, mentre il ragazzo ne avrebbe riconosciuti due con certezza.
La testimonianza di Alem (nome di fantasia), una ragazza di origine etiope. Vive in un comune in provincia di Varese con il compagno e due figli piccoli. Il 12 agosto è stata aggredita a Rimini: è sfuggita d’un soffio a uno stupro. Il compagno è stato malmenato e derubato. Alem ha riconosciuto uno dei suoi aggressori fra i sospettati delle violenze di gruppo a danno di una turista polacca e di una trans sudamericana. “I miei aggressori sono africani, forse ventenni, parlano molto bene l’italiano. Mi hanno minacciata di morte: ancora adesso quando esco di casa ho paura”.