Gli stipendi stellari dei dirigenti della Provincia di Palermo
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Gli stipendi stellari dei dirigenti della Provincia di Palermo

Soldi in più in busta paga a seconda del ruolo svolto, che vanno ad ingrossare un salario che di per sé non è niente male

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9 Febbraio 2013 - 06.03


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C’è chi supera i centomila euro e, con indennità di posizione e incentivi vari, arriva a sfiorare i 150mila euro l’anno, e chi invece deve “accontentarsi” di 80mila. Ecco gli stipendi dei dirigenti della Provincia di Palermo, a cui Palazzo Comitini ha assegnato a metà gennaio le così dette indennità di posizione.

Soldi in più in busta paga a seconda del ruolo svolto, che vanno ad ingrossare un salario che di per sé non è niente male. Basta prendere come riferimento gli stipendi tabellari riconosciuti da via Maqueda nel 2011, visto che i dati del 2012 non sono ancora disponibili sul sito web dell’ente: stipendi tabellari che vanno da un minimo di 43mila euro, come nel caso di Massimo Bonomo, Giuseppe La Manno o Filippo Spallina, ai 50mila di Antonino Caruso, condannato dalla Corte dei Conti a risarcire 26 milioni di euro per il caso Ibs Forex, e ai quasi 52mila del segretario generale Salvatore Currao.

Stipendi tabellari fissati per contratto nazionale, a cui però vanno aggiunti la retribuzione di risultato, che nel 2011 ha raggiunto anche i 30mila euro per il capo di gabinetto Marianna Mirto, altri eventuali emolumenti come incenvitiv i e vacanze contrattuali, e soprattutto le rendite di posizione, ovvero quel surplus che varia a seconda dell’ufficio diretto.

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E dopo la riorganizzazione della burocrazia provinciale, avviata dal presidente Giovanni Avanti a fine 2012, c’è chi ha guadagnato qualcosa in più e chi invece ci ha rimesso. Antonino Caruso, per esempio, è passato dai 37mila euro del settore Opere pubbliche in campo ambientale ai 51mila del Patrimonio, con un aumento di quasi 14mila euro in più l’anno, come Mirella Calascibetta; la Mirto è scesa da 64mila a 61mila come capo di gabinetto, mentre un taglio più netto l’ha subito Andrea Supporta che traslocando alla Polizia provinciale si deve “accontentare” di 37mila euro al posto dei 51mila precedenti. Non fa operazione il responsabile dell’ufficio legale, Filippo Villanova, che mantiene 51mila euro, così come Maurizio Zingale che si occupa di gare e contratti, Filippo Spallina dei Servizi alla persona, Mattea Volpe delle Politiche sociali, Carmelo Maurizio Rotolo dei Beni culturali, Simone Fardella a capo dell’area Edilizia, Giuseppe Di Grigoli della Prevenzione ambientale e Rosa Maria Di Benedetto. Incrementa Giuseppe La Manno, a capo dell’area Affari generali, che passa da 37mila a 61mila grazie alla direzione delle Risorse umane, così come Angelo Giuseppe Troja che arriva a 61mila. Salvatore Pampalone, promosso all’area Ambiente, arriva a 51mila, partendo da 37mila. Indennità che costano in tutto 87mila euro e che, come detto, sono fissate per legge: a discrezione dell’amministrazione invece è l’assegnazione della categoria di ogni posizione, a cui corrispondono somme differenti che arrivano a 61mila per i capiarea.

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E, sommando lo stipendio tabellare alla rendita di posizione, si ottengono cifre che superano i centomila euro, a cui vanno ancora aggiunti le retribuzioni di risultato, ancora non dichiarate, e eventuali incentivi. Ai dirigenti, inoltre, Palazzo Comitini ha riconosciuto l’adeguamento contrattuale per le rendite di posizione per il triennio 2007-2009 per un totale di 143mila euro, con un picco di 12mila per la Mirto.

“L’amministrazione non ha ancora fatto nulla invece per la restituzione delle somme illegittimamente corrisposte dal 2001 al 2008 ai dirigenti per gli interim – attaccano Gaetano Lapunzina e Tommaso Calamia, rispettivamente capogruppo e vicecapogruppo del Pd a Sala Martorana – quantificati in una risposta a una interrogazione del Pd in 285mila euro e già i primi anni stanno andando in prescrizione, nonostante i nostri solleciti per chiedere cosa stia facendo l’amministrazione. Avevamo presentato anche un emendamento che però è stato dichiarato improponibile dagli uffici e stiamo pagando somme arretrate ai dirigenti mentre per gli interim non sono state restituite. Inoltre ci chiediamo perché siano state create 23 direzioni quando si hanno in pianta organica appena 17 dirigenti”.

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“Il consigliere Lapunzina, sempre molto attento a leggere le carte – replica Avanti – dovrebbe avere una nota del dirigente delle Risorse umane che ha avviato il procedimento di recupero delle somme, l’amministrazione ha già avviato l’iter. E’ vero che non spettava loro l’interim, ma è anche vero che la norma stabilisce che questi dirigenti, avendo più direzioni e quindi più lavoro, va riconosciuto loro un compenso maggiore sul risultato. Non devono avere l’indennità di posizione, ma va risconosciuto il risultato per l’incarico. Ma quando sono arrivato, ho modificato la struttura burocratica abolendo gli interim così che la direzione vacante venisse automaticamente assorbita dal capoarea per evitare gli interim. Su Caruso non c’è alcun caso, se l’amministrazione avesse affidato ad altri la direzione del Patrimonio avrebbe speso di più, ma la posizione aveva già quella pesatura, non c’è stato un aumento perché è stata assegnata a lui. Quelle delle Opere pubbliche in materia ambientale è stata soppressa e accorpata, così come altre”.

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