Ranucci si ribella alla sentenza anti-Report del Tar: "Non sveleremo le nostre fonti nemmeno da morti"
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Ranucci si ribella alla sentenza anti-Report del Tar: "Non sveleremo le nostre fonti nemmeno da morti"

Il conduttore della trasmissione di inchiesta commenta il pronunciamento che obbliga a dare accesso agli atti alla base di una puntata che riguardava l'avvocato Andrea Mascetti"

Il conduttore di Report Sigfrido Ranucci
Il conduttore di Report Sigfrido Ranucci
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19 Giugno 2021 - 17.00


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Una reazione durissima verso un provvedimento davvero discutibile.

E la replica della trasmissione d’inchiesta non si è fatta attendere.

“La sentenza del Tar del Lazio è gravissima. Viola la Costituzione, viola la libertà di stampa. Una sentenza miope che paragona il lavoro giornalistico a degli atti amministrativi. E’ come se Ilaria Alpi fosse morta per degli atti amministrativi. Una sentenza che crea di fatto giornalisti di serie A e di serie B: quelli che lavorano nel servizio pubblico non possono tutelare le proprie fonti, gli altri sì. E’ un attacco senza precedenti, dovuto alla debolezza delle Istituzioni in generale e alla delegittimazione della politica nei confronti del giornalismo di inchiesta. Report non svelerà le proprie fonti, non darà gli atti a Mascetti, non lo faremo neppure da morti. Devono venire a prenderli con l’esercito”. Così il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, commenta la sentenza del Tar del Lazio che obbliga la Rai a dare all’avvocato Andrea Mascetti gli atti relativi al servizio giornalistico che lo riguarda nell’ambito della puntata di Report, ‘Vassalli, valvassori e valvassini’, del 26 ottobre 2020. 

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