Sardegna e Jeju, le isola dei centenari. Il segreto? L'alimentazione
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Sardegna e Jeju, le isola dei centenari. Il segreto? L'alimentazione

L'isola sarda collaborerà con la Corea nello studio di ricerca con il supporto dei ricercatori della Università di Seul

La Regione Sardegna collaborerà con le Gu.Gok.Sun.Dam, le 4 contee della Corea del sud nelle quali è maggiormente diffuso il fenomeno della longevità
La Regione Sardegna collaborerà con le Gu.Gok.Sun.Dam, le 4 contee della Corea del sud nelle quali è maggiormente diffuso il fenomeno della longevità
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21 Luglio 2017 - 16.38


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Si scoprono gemelle Jeju, Corea del sud e Sardegna, nonostante la grande distanza. Ad unirle è l’alimentazione come fattore principale da cui derivano giovinezza e salute.
Gu.Gok.Sun.Dam è l’acronimo dei nomi di 4 contee della Corea del sud nelle quali è maggiormente diffuso il fenomeno della longevità, le quali, insieme, hanno costituito una entità amministrativa proprio per curare la promozione dei territori alla luce della loro spiccata vocazione alla lunga vita: Longevity belt administrative association.
Le ricerche sulla longevità possono in Corea avvalersi del supporto dei ricercatori della Università di Seul, con cui la Sardegna ha deciso di collaborare. A queste 4 contee intende associarsi la regione di Jeju-do, che condivide con la Sardegna il fatto di essere isola, una certa assomiglianza ambientale e climatica e di essere l’unica provincia autogovernata della Corea del Sud.

La delegazione di Jeju composta da esponenti delle istituzioni e da un folto gruppo di ricercatori in visita ufficiale in Sardegna ha voluto organizzare un incontro con La Comunità Mondiale della Longevità che permetterà di inserire Jeju nell’ambito dell’ interesse scientifico della Comunità. Il gruppo di ricerca della Sardegna aprirà una fase di studio in cui cercherà di incrociare i dati genetici, clinici, sul microbiota, sull’analisi degli stili di vita con un focus sulle abitudini alimentari delle popolazioni.
Una particolare attenzione andrà allo studio dei cibi fermentati a base di soia che da millenni costituiscono un pilastro alimentare di quelle popolazioni e che riteniamo motivo non ultimo dell’elevato tasso di longevità e salute di quelle popolazioni.

Da un lato olio d’oliva, ampia disponibilità di frutta e verdura fresche, consumo di legumi, fave e ceci, ortaggi, frutta secca, pesce azzurro, poca carne e vino ottenuto da uve ricche di polifenoli e antiossidanti: sono i pilastri dell’alimentazione sarda. Dall’altro, Kimchi, Bibimpap, Bulgogi, Mandu, Tteokbokki, sono i piatti forti della dieta coreana, accompagnati da tè o vini a base di riso fermentato. Non sono che pochi esempi di abitudini a tavola che contribuiscono a far vivere di più e meglio. Un elemento che le due realtà intendono valorizzare anche come ulteriore attrattore turistico. “Gli stili alimentari affini, fra queste due realtà, sono considerati fra i più sani al mondo – ha sottolineato il ricercatore  Pili – cambiano ingredienti e metodi di cottura ma le capacità nutrizionali e il loro rapporto con la salute risultano sorprendentemente coincidenti”.

L’incontro ha posto le basi per una collaborazione scientifica ad ampio raggio nel campo della promozione della longevità e dell’invecchiamento attivo, attraverso studi cross-nazionali congiunti. “Si tratta di studiare non solo le peculiarità genetiche dei longevi delle due isole – ha spiegato il presidente della Comunità mondilae – ma il valore nutrizionale delle produzioni agroalimentari, la qualità dell’ambiente, il rapporto armonioso con la comunità in cui vivono”. Marco Sechi, in rappresentanza della Regione, ha auspicato “l’avvio di una collaborazione scientifica e culturale che andrà a rinforzare quelle già allo studio sulle tematiche del turismo, dell’ambiente e delle energie rinnovabili”.

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