Nel mondo si vive più a lungo ma aumentano le disabilità
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Nel mondo si vive più a lungo ma aumentano le disabilità

Le stime segnalano un trend in crescita della longevità: nel 2019 le persone vivevano oltre 6 anni in più rispetto al 2000, con una media globale di oltre 73 anni nel 2019 rispetto a quasi 67 anni nel 2000.

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11 Dicembre 2020 - 18.53


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Notizia in parte buone e in parte problematiche: nel mondo si vive più a lungo, ma aumenta la disabilità. E’ la fotografia che arriva dalle 2019 Global Health Estimates dell’Organizzazione mondiale della sanità, che ‘fotografano’ la situazione pre-Covid.
Le stime segnalano un trend in crescita della longevità: nel 2019 le persone vivevano oltre 6 anni in più rispetto al 2000, con una media globale di oltre 73 anni nel 2019 rispetto a quasi 67 anni nel 2000. Ma, sempre in media, solo 5 dei questi anni in più sono stati vissuti in buona salute.
Malattie cardiache, diabete, ictus, cancro ai polmoni e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) sono stati responsabili di quasi 100 milioni di anni di vita in salute in più persi nel 2019 rispetto al 2000. E le malattie croniche ora sono ben 7 delle prime 10 cause di morte (erano 4 su 10 nel 2000). I nuovi dati tengono conto di tutto il 2019, ma non dell’effetto pandemia. E sottolineano chiaramente la necessità di una maggiore attenzione globale alla prevenzione e al trattamento di malattie cardiovascolari, cancro, diabete e malattie respiratorie croniche, nonché alla lotta agli infortuni, in tutte le aree del mondo, come stabilito nell’Agenda degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
“Queste nuove stime sono un altro promemoria della necessità di intensificare rapidamente la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle malattie non trasmissibili”, ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms.
“Sottolineano l’urgenza di migliorare drasticamente l’assistenza sanitaria di base in modo equo e olistico. Una forte assistenza sanitaria è chiaramente la base di tutto, dalla lotta alle malattie non trasmissibili alla gestione di una pandemia globale”.
Le malattie cardiache sono rimaste la principale causa di morte a livello globale negli ultimi 20 anni. Tuttavia, ora stanno uccidendo più persone che mai. Il numero di decessi per malattie cardiache è arrivato a quasi 9 milioni nel 2019 (2 milioni in più rispetto al 2000). Le malattie cardiache rappresentano ora il 16% dei decessi totali per tutte le cause. Ma la Regione europea ha registrato un relativo calo delle malattie cardiache, con un calo dei decessi del 15%.
E ancora: la malattia di Alzheimer e altre forme di demenza figurano tra le prime 10 cause di morte nel mondo, classificandosi al terzo posto sia nelle Americhe che in Europa nel 2019. Le donne sono colpite in modo sproporzionato: a livello globale, il 65% dei decessi per Alzheimer e altre forme di demenza si registra fra le donne. Le morti per diabete sono invece aumentate del 70% a livello globale tra il 2000 e il 2019, in particolare fra gli uomini.
Ad oggi però Covid-19 ha causato più di 1,5 milioni di vittime, e proprio le persone con patologie salute preesistenti (come malattie cardiache, diabete e condizioni respiratorie) sono a maggior rischio di complicanze e morte ricorda l’Oms, evidenziando che queste stime non tengono conto dell’effetto della pandemia.

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