11 settembre 2001: il giorno che cambiò la nostra storia
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11 settembre 2001: il giorno che cambiò la nostra storia

A Ground Zero, luogo simbolo degli attacchi, nel cuore di New York, il tempo si è nuovamente fermato e, nel silenzio, una campanella ha ricordato quel giorno di 14 anni fa.

11 settembre 2001: il giorno che cambiò la nostra storia
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11 Settembre 2015 - 16.35


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L’11 settembre 2001 è una data già entrata nella storia. A Ground Zero, luogo simbolo degli attacchi, nel cuore di New York, il tempo si è nuovamente fermato e, nel silenzio, una campanella ha ricordato quel giorno di 14 anni fa. Uno per uno i nomi delle vittime sono stati ripetuti in una cerimonia che, dopo anni, è tornata pubblica sul luogo delle Twin Towers, per un momento di commemorazione collettiva.


“14 anni dopo gli attacchi terroristici dell’ 11/9, onoriamo coloro che abbiamo perso. Salutiamo coloro che garantiscono la nostra sicurezza. Ci leviamo piu’ forti che mai”. Lo ha scritto su Twitter il presidente degli Stati Uniti Barack Obama nel 14/mo anniversario dell’11 settembre.


“Accendi la Cnn. E’ una nuova Pearl Harbor”. E’ l’11/9 visto dalla Casa Bianca attraverso una serie di email arrivate negli uffici presidenziali o inviate dallo staff dell’allora presidente George W. Bush subito dopo gli attacchi alle Torri Gemelle e al Pentagono nel 2001. La corrispondenza, proveniente dalla ‘George W. Bush Presidential Library’, è stata pubblicata dal New York Times, 14 anni dopo gli attentati terroristici. E in quei messaggi si può leggere tutto il terrore e l’ansia provati all’interno dall’amministrazione Bush nel giorno più tragico che l’America moderna ricordi.

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“Era un giorno come gli altri – si legge sul New York Times – il presidente era fuori città e l’evento politico più importante della giornata si sarebbe dovuto tenere nell’ufficio di Karl Rove, consigliere politico del presidente. Ad un tratto dalla normale amministrazione il contenuto delle email cambia repentinamente, e subentra il panico. “Accendi Cnn” si legge in una delle 8:56, pochi minuti dopo l’impatto di un aereo sulla prima delle Twin Tower. “Conferenza Casa Bianca cancellata”, si legge in un’altra. E ancora: “Oggi è come Pearl Harbor”. Lo scambio di email con il personale dell’amministrazione, ma anche con i familiari e gli amici, è anche di carattere personale e mostra la preoccupazione di ognuno per la sorte dei propri cari. “Sei al sicuro?”, si legge in una email mandata dalla sorella di Clay Johnson, uno degli amici più stretti di Bush.

Il volo UA 93 si è invece schiantato in un campo della Pennsylvania grazie al coraggio dei passeggeri che nel tentativo di riprendere il controllo dell’aereo hanno trovato invece la morte. La memoria di quei coraggiosi rivivrà attraverso il Flight 93 National Memorial a Shanksville. Nel memoriale sono in mostra foto, video e oggetti che raccontano la storie del volo 93. “Sono sul volo United 93 – dice la passeggera Linda Gronlund durante una chiamata alla sorella – ed è stato dirottato da terroristi che dicono di avere una bomba. Sembra che abbiano già dirottato un paio di aerei contro il World Trade Center e ora vogliono buttare giù anche questo”. La mostra è disposta in modo cronologico ossia dal momento in cui a bordo si apprende degli attacchi e quando passeggeri e personale decidono di lottare per riprendere il controllo dell’aereo.

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