Il governo polacco ha accusato la Bielorussia e la Russia di aver orchestrato un altro afflusso migratorio nell’Unione europea attraverso il confine polacco per destabilizzare la regione.
“Stiamo parlando di un’operazione organizzata dai servizi segreti russi e bielorussi che si sta facendo sempre più intensa”, ha detto ai giornalisti il viceministro dell’Interno polacco Maciej Wasik.
Tomasz Praga, capo della guardia di frontiera polacca, ha aggiunto che i servizi bielorussi sono diventati “un gruppo criminale che sta architettando l’immigrazione clandestina”. “Certo, ne stanno ricavando enormi profitti”, ha detto ai giornalisti.
Durante una precedente crisi di frontiera, iniziata nell’estate del 2021, decine di migliaia di migranti e rifugiati, per lo più provenienti dal Medio Oriente, hanno attraversato o tentato di entrare in Polonia dalla vicina Bielorussia.
All’epoca l’Occidente accusò il regime bielorusso di aver orchestrato l’afflusso con il suo alleato russo in un attacco “ibrido”, un tipo di guerra che utilizzava tattiche non militari – un’accusa che Minsk respinse.
La Polonia ha quindi reagito istituendo una zona di divieto di accesso al confine, che è durata nove mesi e ha bandito dall’area i non residenti, inclusi migranti, operatori umanitari e media.
Ha inoltre inviato migliaia di truppe e agenti di polizia per rafforzare le pattuglie delle guardie di frontiera al culmine della crisi, ha costruito un muro d’acciaio lungo il confine e ha approvato una legge che consente ai migranti di essere respinti in Bielorussia.
Wasik ha detto che la situazione “non è così caotica oggi come lo era due anni fa”.
Secondo Praga, 19.000 migranti hanno cercato di entrare in Polonia dalla Bielorussia finora quest’anno, rispetto ai 16.000 durante tutto il 2022.
Solo il mese scorso, più di 4.000 migranti hanno cercato di attraversare il confine.
In risposta, lunedì la guardia di frontiera ha invitato il ministero della Difesa a inviare 1.000 soldati in più al confine.
