Meloni dimentica che gli affari con Arabia Saudita e Qatar li faceva il governo del quale era ministra
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Meloni dimentica che gli affari con Arabia Saudita e Qatar li faceva il governo del quale era ministra

Da giorni la nostra estremista di destra dice che la sinistra è connivente con i paesi fondamentalisti islamici. Premesso che non è vero, vogliamo ricordare cosa accadeva nel 2009?

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni
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11 Marzo 2021 - 16.50


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Quando si dice: la menzogna. Ossia Giorgia Meloni che cerca di attribuire alla sinistra (non a Renzi) la responsabilità di essere conniventi con gli stati fondamentalisti islamici.
Questo nell’ambito della sua campagna xenofoba che punta sulla islamofobia per alimentare – tra i boccali – l’equazione immigrazione uguale fondamentalismo islamico ergo sinistra che tace.
E cosa ha detto la nostra estremista di destra? «È terrificante quanto emerge da questo servizio de Le Iene sul principe bin Salman e l’omicidio del giornalista Khashoggi. Invito tutti voi a guardarlo e farlo girare. Magari la sinistra italiana e tutti coloro che hanno sempre taciuto sugli Stati fondamentalisti islamici, dal Qatar all’Arabia Saudita, finalmente si sveglieranno». 
A Giorgia Meloni si può ben dire che no c’è bisogno delle Iene. La sinistra (c he nn si può individuare in Matteo Renzi) da anni lotta per i diritti umani e delle donne in tutto il mondo, compresi gli stati islamici.
Al contrario di altri che, ad esempio, si voltano dall’altra parte sulla morte di Giulio Regeni per paura di perdere le commesse con l’Egitto.
E la sinistra lotta anche per i diritti delle donne e delle minoranze religiose che vengono compressi dove governa la destra.
Ma a parte ciò, visto che le bugie hanno le gambe corte, Giorgia Meloni dovrebbe ricordare che gli affari con questi paesi ‘fondamentalisti islamici’ venivano fatti allegramente dal governo del quale lei aveva fatto parte.

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Cosa diceva Palazzo Chigi nel 2009
Basta riprendere un articolo basato su un comunicato di palazzo Chigi nel 2009  quando la signora era ministra della gioventù e non sembrava così contraria a fare affari con quei due paesi.
Diceva l’articolo del novembre 2009: “Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è giunto ieri sera a Jeddah, una delle principali città dell’Arabia Saudita, per una visita di due giorni. Il premier si tratterrà fino a domenica, quando partirà alla volta di Doha, capitale del Qatar, per la seconda tappa di questo breve tour nei paesi arabi che – spiegano da palazzo Chigi – mira principalmente a rafforzare quella «diplomazia commerciale» a favore delle imprese italiane su cui il governo Berlusconi punta molto. 
A Jeddah Berlusconi incontrerà stasera a cena a palazzo Reale il sovrano saudita Adbullah, mentre in giornata incontrerà il ministro della Finanza saudita, Ibrahim al Assaf e poi il principe Naif bin Abdul Aziz, secondo vice primo ministro e ministro degli Interni. Berlusconi sarà accolto a Jeddah dal governatore della Mecca, il principe Khaled Al Faisal e dall’Ambasciatore d’Italia a Riad Eugenio D’Auria. La visita ha come principale obiettivo quello di rafforzare le relazioni economiche bilaterali, con un Paese che – oltre ad essere il più grande produttore di petrolio – offre «straordinarie opportunità» per le imprese italiane. 
Ma l’Arabia Saudita, spiegano ancora da palazzo Chigi, è anche un Paese centrale nello scacchiere mediorientale e importante per la stabilità di diverse aree di interesse italiano: Riad ha peso politico nel conflitto israelo-palestinese, in Libano, in Afghanistan e in Iraq ed è dunque «strategica per la sicurezza e la stabilità» dell’intera regione. Da Jeddah Berlusconi si sposterà, domenica 22, in Qatar. Paese decisamente più piccolo, ma che per palazzo Chigi rappresenta una realtà economica nuova, molto attiva e dinamica, che offre grandi opportunità soprattutto alle piccole e medie imprese italiane, e principalmente nel settore infrastrutturale. Con Doha c’è anche un’importante partnership economica, testimoniata dalla presenza dell’emiro Sheik Hamad Bin Khalifa Al Thani all’inaugurazione del rigassificatore di Rovigo. Con l’emiro Berlusconi avrà un colloquio nella giornata di lunedì 23, a distanza di pochi giorni dal bilaterale avuto a palazzo Chigi in occasione del vertice della Fao”.

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Cosa accadeva quando Meloni taceva
Nel 2009 l’Arabia Saudita non aveva ancora ucciso Khashoggi (come dice la Mia) ma era sotto accusa per i suoi rapporti con il fondamentalismo islamici e la presenza di tanti sauditi finanziati da organizzazioni caritatevoli in Al Qaeda.


Nel 2009 l’Arabia Saudita era come sempre e come ora una monarchia assoluta nella quale non si rispettavano i diritti civili e delle donne e il dissensò veniva represso. 
Nel 2009 l’Arabia Saudita finanziava molte scuole coraniche.
Giorgia Meloni, ministra della gioventù, cosa fece per opporsi a quel viaggio? Cosa fecero i suoi amici/camerati di partito?
In definitiva: quando critica la sinistra di tacere Giorgia Meloni dovrebbe guardarsi allo specchio. E fare silenzio.

 

 

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