L’autogol delle sanzioni
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L’autogol delle sanzioni

Impedire l’ingresso in Europa ai presidenti di “Rosneft” e “Gazprom” servirebbe soltanto a spingere la Russia verso l’Asia con perdite mostruose per Bp, Exxon ed Eni

L’autogol delle sanzioni
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25 Marzo 2014 - 13.14


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Le strane sanzioni decise da Stati Uniti d’America e Unione europea contro uomini d’affari e “tycoons” russi e ucraini potrebbero presto rivelarsi un clamoroso autogol per le economie occidentali: lo sostiene l’agenzia “Reuters”dopo avere interpellato su questo punto una serie di esperti dei diversi paesi europei. E’ opinione diffusa che se i governi dell’Unione dovessero vietare l’ingresso ai maggiori dirigenti di società dell’Est queste non farebbero che rivolgere i propri interessi ancora più ad Est, e dunque alla fine sarebbero loro a tagliar fuori dal mercato importanti settori dell’Unione europea.

L’agenzia fa gli esempi di Igor Sechibn, direttore generale della “Rosneft” e Alexei Miller. Io suo omologo di “Gazprom”: uno dirige la più grande compagna petrolifera del mondo, l’altro il maggiore esportatore di gas ed entrambi usano spostarsi all’estero piuttosto di frequente seguendo gli affari dei rispettivi gruppi. Per esempio, si sa già che Sechin e Miller si stanno apprestando ad un tour asiatico che li porterà in India, Vietnam, Corea del Sud e Giappone. Dunque, cosa pensata che possa succedere se Usa ed Ue impedissero le visite dei due presidenti? Semplicemente,”Rusnefr” e “Gazprom” avrebbero nuovi incentivi a firmare contratti in Estremo Oriente, con tanti saluti agli approvvigionamenti energetici per il cosiddetto mondo sviluppato.

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Prima di uscirsene in iniziative dal carattere dimostrativo, aggiungono altri esperti, Usa e Unione europea dovrebbero anche farsi un po’ di conti un casa. La “Gazprom” oggi rifornisce l’Europa per un terzo del suo fabbisogno, la “ Rosneft” ha contratti con il gigante americano “Exxon Mobile” , la compagnia petrolifera italiana “ENI” e con “Statoil”per le esplorazioni di petrolio e gas nelle regioni artiche della Russia ed inoltre possiede anche la metà delle quattro raffinerie della Ruhr in Germania , e il 21 per cento del capitale della raffineria italiana “Saras” .

Le imprese europee insomma sono strettamente connesse con “Rosneft” e “Gazprom” avverte l’analista Seregej Vahramajev dell’agenzia moscovita “Ankorinvest”.”Se la notizia del divieto di visti ai due presidenti venisse confermata potrebbe limitare gravemente a cooperazione tra le imprese – avverte e nell’ipotesi di sanzioni economiche gravi si potrebbe arrivare all’annullamento dei contratti. Le perdite in questo caso minaccerebbeto tutte le società occidentali che hanno importanti interessi del settore energetico russo: la britannica “BP” ha una partecipazione per un quinto in “Rosneft” e banche occidentali detengono la maggior parte del debito della società , che ammonta a circa 90 miliardi dollari “.

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Un altro noto analista, Bruce Bower che lavora per “Verno” ribadisce che le sanzioni sui visti minacciano di accelerare le operazioni della Russia in Estremo Oriente . “ La Cina ha già superato la Germania e quest’anno è diventato il più grande acquirente di petrolio russo – avverte – Mosca ha già iniziato a costruire un gasdotto verso la Cina. Insomma, stiamo attenti a quel che facciamo quando alziamo il ditino con atteggiamento di rimprovero perché può anche accadere che poi ci si ritrovi a mangiarsi quel ditino con tutte le mani”.

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