Russia, l'Eni sospende i nuovi contratti: stop a importazioni di petrolio e derivati
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Russia, l'Eni sospende i nuovi contratti: stop a importazioni di petrolio e derivati

La società italiana non importerà più greggio e prodotti derivati dalla Russia, seguendo l'esempio degli Usa e di altre grandi multinazionali.

Russia, l'Eni sospende i nuovi contratti: stop a importazioni di petrolio e derivati
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10 Marzo 2022 - 12.21


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Anche l’Eni ha aderito alle “sanzioni” verso la Russia, sospendendo i nuovi contratti relativo all’acquisto di greggio e prodotti derivati. In una nota, l’azienda italiana ha chiarito la sua posizione.

“Eni ha sospeso la stipula di nuovi contratti relativi all’approvvigionamento di greggio o prodotti petroliferi dalla Russia. In ogni caso Eni opererà nel pieno rispetto di quanto stabilito dalle istituzioni europee e nazionali”. Lo riferisce un portavoce della società.

Dopo il forte calo della seduta precedente, con il Wti che ha perso il 12,5%, registrando il ribasso giornaliero maggiore da novembre, i prezzi del petrolio tornano a salire, con il mercato che si chiede se i maggiori produttori di petrolio incrementeranno la produzione per bilanciare la mancanza di petrolio russo in seguito alle sanzioni imposte a Mosca come conseguenza dell’invasione dell’Ucraina. Così i future del Brent a maggio salgono del 2,67% a 114,11 dollari al barile, mentre quelli del Wti aprile avanzano dell’1,35% a 110,17 dollari (a quest’ora l’andamento dei contratti americani è poco indicativo).

L’incertezza sulle forniture di greggio dalla Russia, secondo maggiore esportatore mondiale, ha spinto alcuni analisti a ipotizzare che il prezzo del barile possa salire anche fino a 200 dollari. Nella serata di ieri, il ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Unti, Suhail al-Mazrouei, ha scritto in un post su twitter che il Paese terrà fede agli accordi esistenti tra opec e alleati, compresa la russia, per incrementare la produzione di 400.000 barili al giorno dopo i drastici tagli del 2020. “Gli Emirati Arabi Uniti credono nel valore che l’Opec+ porta al mercato petrolifero”, ha scritto.

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