Dopo la pandemia, in Italia aumentano i piccoli lettori di domani
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Dopo la pandemia, in Italia aumentano i piccoli lettori di domani

A dircelo è l’Osservatorio Kids di Aie, in collaborazione con Pepe Research, che segnalano un +70% nel mondo dei piccoli lettori e un +96% tra i ragazzi.

Dopo la pandemia, in Italia aumentano i piccoli lettori di domani
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7 Marzo 2023 - 17.05 Culture


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In Italia si legge sempre di meno, è questo che spesso ci sentiamo dire e, in effetti, per certi versi, è vero. La non lettura è un fenomeno che continua a dilagare e il dato più preoccupante, forse, lo si ritrova nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 17 anni, se teniamo conto – precisando – della lettura di libri non scolastici. Questo è il trend che si registrava quasi tutti gli anni, ma, oggi, è possibile auspicare che pian piano qualcosa possa migliorare. La scintilla di un possibile cambiamento si istilla tra i più piccoli lettori.

Secondo quanto riscontrato dall’Osservatorio Kids di Aia, infatti, in collaborazione con Pepe Research, stando ai primi mesi del 2023, i piccolissimi pre-lettori, compresi cioè nella fascia di età 0-3 anni, sarebbero notevolmente aumentati, grazie alle preziose letture di genitori e insegnanti. Ecco i dati, riportati da Ansa, che sono stati presentati il 7 marzo alla Bologna Children’s Book Fair.

Complice, probabilmente, anche il periodo pandemico, durante il quale si può vedere come si sia passati da un 49% a un 70% di bambini e bambine sempre più vicini alla pre-lettura. Un dato, questo, che fa ben sperare dato che la lettura è bene coltivarla fin da piccoli.

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Inoltre, se guardiamo a questo mercato, sono propri i prodotti pensati per tale fascia di età, quindi i cartonati, gli album da colorare e altri libri concepiti espressamente per l’avvicinamento alla lettura, a rappresentare ben il 41% di tutti i titoli pubblicati ogni anno.

Parlando, invece, di disparità in fatto di lettura, tra la nostra popolazione, queste sembrano essere dipese, tra le altre cose, da fattori quali l’istruzione, la ‘sempre verde’ zona geografica (con un Sud in cui si legge meno che al Nord) e la famiglia. L’abitudine alla lettura, infatti, è molto influenzata dall’ambiente familiare: avere dei genitori lettori, o che, come si vede dallo studio dell’osservatorio, si impegnano nelle letture ad alta voce con i figli più piccoli, può essere decisivo. Perché se è vero che si legge poco, è anche vero che chi lo fa, poi, legge sempre di più.

Sarà forse anche per questo che – sempre come riportato da Ansa – la crescita si registra anche nella fascia immediatamente successiva, quella cioè dei 4-14 anni: qui, il 96% ha letto almeno un libro non scolastico negli ultimi dodici mesi. È vero, qualcuno forse dirà che si poteva auspicare a qualcosina in più. Ma, c’è quell’“almeno” che ci fa ben sperare, riscontrabile in quel 96% che batte clamorosamente il 75%, del 2018, di coloro che avevano letto almeno un libro.

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Invece, la percentuale di chi legge 12 o più libri all’anno sale al 24%, il 30% è invece la percentuale italiana dei lettori che leggono da 7 a 11 libri, il 21% da 4 a 6 e il 25% quella di chi ne legge meno di tre. Dal 2018 a oggi, la percentuale di chi legge più di 7 libri l’anno cresce dal 26% al 54%.   

In aumento anche il numero dei libri venduti: nel 2022 sono stati comprati 23,2 milioni di copie di libri per bambini e ragazzi, 2,6 milioni in più rispetto al 2019, anche se in lieve calo rispetto al 2021. Di questi, 1 milione sono fumetti e manga (4,4%), in netta crescita rispetto all’1,5% del 2019. I libri per la prima infanzia (0-5 anni) continuano a rappresentare quasi la metà di questo mercato, precisamente il 46,1%.

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