Cartabianca, Orsini insiste: "Mio nonno ha avuto un'infanzia felice durante il fascismo"
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Cartabianca, Orsini insiste: "Mio nonno ha avuto un'infanzia felice durante il fascismo"

Orsini ha insistito ancora sul tema: “L’italia fino al 1945 non è stata mai una democrazia liberale — ha detto — e mio nonno ha avuto un'infanzia felice”.

Cartabianca, Orsini insiste: "Mio nonno ha avuto un'infanzia felice durante il fascismo"
Alessandro Orsini
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20 Aprile 2022 - 15.37 Giornale dello Spettacolo


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A Cartabianca di ieri, martedì 19 aprile, è tornato Alessandro Orsini con il suo ormai consueto show: il professore della Luiss ha di nuovo parlato della guerra in Ucraina, attaccando il Governo Draghi per la sua “totale subordinazione all’America”. 

Ma Orsini non si è fermato qui: “Sono in contatto con famiglie a Mariupol che mi scrivono tutti i giorni e mi dicono “Professore, parli. Voi italiani siete impazziti a dare armi”. Queste donne che mi scrivono con bambini morti non hanno voce, la propaganda della Nato ci fa credere che tutte queste persone vogliano la guerra. Ci sono migliaia di mamme, bambini e genitori che non vogliono la guerra”. 

Non solo: ieri sera Orsini ha insistito ancora sul tema: “L’italia fino al 1945 non è stata mai una democrazia liberale — ha detto — e mio nonno ha avuto un’infanzia felice”.

Anche su quest’ultima frase su Twitter si sono scatenati e non sono mancate dure critiche e prese in giro: “Il fascismo ha fatto anche cose buone, ha fatto vivere un’infanzia felice al nonno di Orsini”, “Quando Orsini dirà che suo nonno viaggiava su treni che arrivavano sempre in orario, ci fermiamo, o proviamo un all-in?”, “Beato il nonno di Orsini, mio padre con i fascisti non ha avuto questa fortuna”. “Chissenefrega se milioni di bambini ebrei, zingari e con handicap sono finiti nelle camere a gas, il nonno di Orsini era felice”.

Orsini ha concluso la sua analisi con un attacco all’Unione Europea: “L’Occidente non sta facendo niente per la pace. Dobbiamo renderci disponibili al riconoscimento dell’indipendenza del Donbass, al ritiro delle sanzioni. Draghi deve dire che non invia più armi a Zelensky”.

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