Ilaria Capua: "Le mascherine vanno usate, sono i nuovi profilattici"
Top

Ilaria Capua: "Le mascherine vanno usate, sono i nuovi profilattici"

La virologa a DiMartedì: "Tutto sommato l'estate è andata bene, sono gli altri paesi europei a preoccuparmi"

Ilaria Capua
Ilaria Capua
Preroll

globalist Modifica articolo

8 Settembre 2020 - 20.21


ATF

Ospite a DiMartedì, nella prima puntata della nuova stagione, la virologa Ilaria Capua ha fatto il punto sull’estate appena trascorsa e sull’utilizzo tanto contestato della mascherina: “Io mi auguro veramente che il grosso delle vite perdute ce lo siamo lasciato alle spalle. Io credo che questa situazione porterà e ci obbligherà a cambiare dei comportamenti, perché così come fu ai tempi dell’HIV, un’altra grande pandemia, trasmissibile per via sessuale, è stata cambiata grazie al cambio dei comportamenti: il profilattico è diventato il principale strumento di lotta a questa malattia. La mascherina va vista come il nuovo profilattico. È uno strumento che funziona, è uno strumento che va utilizzato, soprattutto in alcune situazioni”.

“Ci sono state tante polemiche, io devo dire che ci sono stati focolai estivi ma c’era da aspettarli, non ci sono stati grandi cluster di ricoveri e questo è un bene, se guardo ad altri paesi europei sono preoccupata; considerando che gli italiani vivono l’estate con la E maiuscola e che non si può chiedere l’impossibile, credo che alla fine le cose siano andate bene. Bisogna capire che questa è una malattia che riguarda tutto il paese e tutti i paesi. Il Giappone aveva detto che voleva rimanere senza virus, ma è impossibile, il virus trova il modo di circolare”.

Riguardo la ‘segregazione familiare’, ossia la separazione in casa dei giovani e degli anziani, la virologa ha detto: “È un modo di gestire situazioni in cui anziani e giovani entrano in contatto: ogni famiglia deve ragionare su come evitare il contatto diretto con le persone più fragili. Berlusconi ha fatto da esempio e ha dimostrato che non è una questione di spazi: è una questione di consapevolezza”. 

“Un virus” conclude Capua, “si comporta come un soldato di un esercito: sono tanti, sono simili, hanno un obiettivo e si muovono come uno sciame. Non è una sola particella che infetta una persona, la dose infettante è costituita da questi ‘soldatini’”. 

Native

Articoli correlati