Imbonitori in tv, meglio leggere e poca televisione
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Imbonitori in tv, meglio leggere e poca televisione

Proseguo fruttuosamente il mio soggiorno nella Tuscia, nella quiete degli ulivi e nell’assenza di frastuoni rispetto alla mia dimora romana, nei pressi di via Merulana , tra San Giovanni e Santa Maria Maggiore.

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Nuccio Fava Modifica articolo

6 Luglio 2020 - 11.49


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“Ho dei gusti semplicissimi, mi accontento sempre del meglio”. E’una citazione di Oscar Wilde, una delle tantissime utilizzate dal cardinale Ravasi, tra le tantissime a cui fa ricorso nella ininterrotta attività pubblicistica e nella infinità di suoi libri. Sempre con spunti profondi e felici, validi per credenti e laici che vogliano usare la testa. Ne avremmo gran bisogno tutti , approfittando di una felice e profonda frase di Francesco De Sanctis nella sua indimenticabile “Storia della letteratura italiana”.
La grandezza deve accompagnarsi ad una costante ricerca del meglio, spogliato dai fronzoli dell’enfasi, del clamore, della ostentazione. Come conseguenza  di una vita semplice e fruttuosa: “Vivere con semplicità e pensare con grandezza”.

Proseguo fruttuosamente il mio soggiorno nella Tuscia, nella quiete degli ulivi e nell’assenza di frastuoni rispetto alla mia dimora romana, nei pressi di via Merulana , tra San Giovanni e Santa Maria Maggiore. Indicazione forse utile per far comprendere il sollievo della lontananza dai rumori e dal traffico già intensi con la prima  ripresa del post pandemia. Che però non riduce ancora del tutto la sua pericolosità.
Approfitto della festività domenicale, che nei piccoli paesi resta ancora momento di socializzazione sempre con mascherina, per esprimere qualche riflessione che può valere a maggior ragione in un tempo doloroso e difficile come questo. Sconcerta grandemente a mio avviso la vergognosa caduta non solo di stile e di buon gusto ma di carattere mercantile e slealtà da parte della regione Calabria, già tristemente famosa per ‘drangheta e malgoverno. Assoldato dalla presidente Santelli, Klaus Davi ha confezionato un ignobile documentario per attirare turisti. Scorrono immagini dei lidi di Jesolo, Rimini e Rapallo, cioè  Veneto, Emilia Romagna e Liguria, accompagnate da un messaggio “di sciaccallaggio”: “con il dilagare dell’epidemia nel nord Italia non sarà più possibile praticare una cultura di massa del turismo con lo sfruttamento sistematico del suolo ed un impatto ambientale devastante”.
Un messaggio volgare inaccettabile sotto ogni profilo con l’aggravante se così si può dire, di essere rivolto contro regioni alle prese , proprio sull’avvio della stagione turistica che affronta le complesse disposizioni di prevenzione e di sicurezza che accrescono i problemi comuni a tutti. Klaus Davi si autodefinisce mas mediologo e consigliere comunale a San Luca, celebre località aspromontana sede storica dei periodici raduni dei capi ‘ndranghetisti’. Ci è capitato di intravederlo in varie trasmissioni tv Rai e commerciali, sempre con tono presuntuoso e saccente, portatore di posizioni singolari e alla ricerca di facile consenso. Bisognerebbe riflettere su fenomeni del genere guardando anche a faciloneria e disinvoltura con cui strani personaggi vengono invitati in trasmissione, al solo scopo di farsi pubblicità e di raccontare pericolose fandonie. Non si tratta di ingrandire un caso pur così grave, ma in qualche modo utilizzarlo per ricordare le grandi responsabilità dei media e di noi giornalisti in particolare, specie in una fase storica in cui l’uso distorto della informazione può aggravare di molto una temperie etico-civile e culturale che avrebbe bisogno di radio, tg e giornali più attenti ai valori in gioco della democrazia e il futuro del paese e dell’Europa. Ma per fortuna i media possono e devono essere altro.
La diretta di Rai 3 e l’ottima professionalità del giornalista Giorgio Zanchini hanno espresso a buon livello la qualità e la funzione importante che la tv può esprimere. Anche in una prova non facile come il premio Strega, quest’anno apparso di buon livello e con buoni ed interessanti finalisti, a cominciare dal vincitore Sandro Veronesi col suo Il colibrì.

Leggi anche:  La crisi della narrazione nell'era digitale: il potere delle storie umane

Solo infatti uno sviluppo della coscienza collettiva con accresciuta consapevolezza delle responsabilità di ciascuno può favorire realmente una ripresa del paese col superamento delle sterili contrapposizioni propagandistiche.  Una cura impegnativa e non breve , fondata sulla accettazione di doveri e diritti , a partire dalle scuola e dalle università unica speranza di vero rinnovamento delle classi dirigenti e la rivitalizzazione profonda delle istituzioni tutte , giustizia compresa con le relative riforme che ne conseguono e nuova fiducia da costruire verso l’ Europa, unica speranza di incivilimento e di crescita comune.

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