Zerocalcare: "Casapound piangeva per l'esclusione al Salone del libro mentre minacciavano una famiglia rom"
Top

Zerocalcare: "Casapound piangeva per l'esclusione al Salone del libro mentre minacciavano una famiglia rom"

L'autore è intervenuto oggi alla Sapienza all'incontro 'Il fascismo non è un'opinione': "Casapound sta cercando di prendere più spazio possibile, non possiamo normalizzare la loro presenza"

Zerocalcare
Zerocalcare
Preroll

globalist Modifica articolo

16 Ottobre 2019 - 19.51


ATF

La Casa editrice di Casapound Altaforte è stata esclusa dalla fiera della piccola e media editoria di Roma e il dibattito si è nuovamente scatenato, in seguito a quanto accaduto al Salone del Libro di Torino. All’epoca dei fatti ci furono scrittori, come i Wu Ming, Zerocalcare e Carlo Ginzburg, che dichiararono che non avrebbero partecipato alla kermesse se fosse stata presente la Altaforte. 
Ginzburg e Zerocalcare oggi hanno deciso di intervenire all’incontro ‘Il fascismo non è un’opinione’ organizzato alla Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza di Roma. Se Ginzburg ha preferito non tornare a parlarne direttamente, concentrando il suo intervento sui rischi della propaganda, Zerocalcare è andato dritto al punto.
“Non bisogna prestarsi a operazioni politiche di Casapound – ha spiegato – Mi colpiva nei giorni di Torino che la stessa organizzazione, mentre piangeva per chiedere uno stand, stesse minacciando una famiglia rom a Casal Bruciato perché destinataria regolare di un alloggio popolare. È inaccettabile andare a fare la pantomima sotto i riflettori, mentre fuori accadono questo tipo di bestialità. È chiaro che il loro fine è occupare più spazi civili possibili. La casa editrice Altaforte è nata per questo motivo. E purtroppo i media gli hanno dato l’attenzione che cercavano. Ma non bisogna rassegnarsi alla normalizzazione della loro presenza”.
Come fare a uscirne, dunque? “Io non ho la risposta. Credo che parlare di codice etico sia qualcosa di inutile, come è sbagliato dire che si vogliono censurare le idee o che si combatte il fascismo stando sul campo. Il punto, lo ripeto, è non prestarsi a operazioni politiche per portare avanti il loro discorso che si traduce in politica”.

Leggi anche:  Quando Montanelli raccontò: sposai in Africa una bambina di 12 anni comprandola
Native

Articoli correlati