I russi avanzano ancora nel Donetsk e conquistano Vuhledar: per Kiev è un momento critico
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I russi avanzano ancora nel Donetsk e conquistano Vuhledar: per Kiev è un momento critico

Simbolo della resistenza ucraina, come Bakhmut e Avdiivka prima di lei, rischia ora di diventare un altro tassello della ritirata nel Donbass, evidenziando la fase critica che sta attraversando l'Ucraina

I russi avanzano ancora nel Donetsk e conquistano Vuhledar: per Kiev è un momento critico
La città ucraina di Vuhledar nel Donetsk conquistata dai russi
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1 Ottobre 2024 - 23.43


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Le forze russe sono entrate a Vuhledar, una cittadina del Donetsk devastata e ridotta a una delle tante linee del fronte. Un tempo abitata da 14mila persone, oggi Vuhledar non è altro che un cumulo di macerie, dove sopravvive un centinaio di civili, probabilmente senza altre alternative. Simbolo della resistenza ucraina, come Bakhmut e Avdiivka prima di lei, rischia ora di diventare un altro tassello della ritirata nel Donbass, evidenziando la fase critica che sta attraversando l’Ucraina, nonostante le operazioni di facciata come quella di Kursk.

Intanto, a Bruxelles, Jens Stoltenberg ha passato il testimone a Mark Rutte, consegnandogli il simbolico martelletto da segretario generale, un pezzo da collezione degli anni ’60 riservato alle grandi occasioni. L’ex premier olandese ha sottolineato che l’Ucraina sarà una delle sue tre priorità, insieme alla deterrenza e difesa, cuore della Nato, e alle partnership globali, in particolare con l’Unione Europea.

Il prossimo passo sarà il vertice del formato di Ramstein in Germania, a livello di leader, voluto da Joe Biden per fare il punto sugli aiuti militari e sull’uso che Kiev ne potrà fare, inclusi i missili a lungo raggio tanto richiesti.

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Petro Poroshenko, ex presidente ucraino, ha ribadito che chi cerca di bloccare la consegna di armi a lungo raggio all’Ucraina “sta legandoci le mani”, impedendoci di difendere non solo il nostro paese, ma anche l’Europa, compreso il popolo italiano.

Rutte, interrogato sulla questione, ha sottolineato che “sono i singoli alleati a dover decidere”, pur comprendendo le richieste di Kiev, che ritiene conformi al diritto internazionale. Ha inoltre osservato che, nonostante i recenti guadagni delle forze russe, questi sono costati caro, con circa “1.000 morti o feriti” tra i russi ogni giorno. Tuttavia, ciò non sembra sufficiente a fermare il Cremlino.

È dunque necessario un serio riesame della strategia, sia all’interno che all’esterno dell’Alleanza. Ormai si discute apertamente della necessità di una nuova linea d’azione, anche da parte di Volodymyr Zelensky, per il quale una vittoria totale appare sempre più irrealistica.

Secondo il Financial Times, Biden potrebbe essere pronto a promuovere l’adesione dell’Ucraina alla Nato, seguendo un modello simile a quello della Germania Ovest, ammessa nell’Alleanza nonostante la divisione e l’occupazione sovietica. Si parla di questo scenario da mesi, e potrebbe rientrare in un contesto più ampio di negoziati con Mosca, mirando almeno a una tregua entro il 2025.

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Nel frattempo, il cancelliere tedesco Olaf Scholz starebbe pianificando una telefonata con Vladimir Putin, secondo i media tedeschi. Se confermato, sarebbe un evento significativo, considerando che l’ultimo contatto tra i due risale a dicembre 2022.

Il ruolo di mediatore della Germania nei confronti della Russia è noto, anche se criticato da alcune capitali dell’est della Nato. Il quadro delle notizie provenienti dal fronte si sta componendo in un mosaico complesso, con il Cremlino che accelera le sue operazioni. Ora nel mirino c’è Pokrovsk, uno snodo strategico la cui conquista avrebbe una rilevanza ben più che simbolica.

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