Ora Putin all’improvviso scopre che l’eroe e suo complice per molti anni è un poco di buono. Curioso. In un programma chiamato “60 minuti” trasmesso mercoledì sera sul canale televisivo di stato Rossiya-1, è stato mostrato quello che è stato descritto come “filmato esclusivo” girato durante i raid delle forze dell’ordine nell’ufficio di Prigozhin a San Pietroburgo e in una delle sue proprietà.
Il conduttore del programma, il propagandista Yevgeny Popov, ha definito Prigozhin “un traditore” e il filmato è stato presentato dal giornalista Eduard Petrov come prova del passato criminale del capo Wagner e dell’ipocrisia nel denunciare la corruzione nelle forze armate.
Il filmato mostrava scatole piene di rubli di grosso taglio nel suo ufficio e pacchi di dollari nella sua lussuosa residenza insieme a quello al suo elicottero personale, un deposito di armi, una collezione di parrucche, una sala medica completamente attrezzata e una collezione di mazze, lo strumento che Wagner avrebbe usato per colpire a morte i traditori nei video che sono stato publicati online.
“Nessuno aveva intenzione di chiudere questo caso. L’indagine è in corso”, ha affermato Petrov, aggiungendo che gli investigatori hanno concluso che un video utilizzato da Prigozhin come pretesto per avviare l’ammutinamento che mostrava un presunto attacco russo a un campo di mercenari fosse un falso. Sono state mostrate immagini di agenti delle forze dell’ordine russe armate che entravano nell’ufficio di Prigozhin.
“Ritengo che la creazione dell’immagine di Yevgeny Prigozhin come eroe del popolo sia stata fatta dai media alimentati da Yevgeny Prigozhin”, ha detto Petrov, riferendosi ai media finanziati da Prigozhin.
“Dopo che è fallito, si sono rapidamente chiusi e sono fuggiti”. Il fondatore del gruppo mercenario Wagner, il 24 giugno ha preso il controllo della città della Russia meridionale di Rostov sul Don, ha sequestrato il centro di comando lì dove la Russia coordina la sua guerra in Ucraina e ha inviato una colonna di combattenti verso Mosca prima di ritirarsi dopo concludere un accordo con il Cremlino.
