La Polonia (con i baltici) è il paese Ue più ostile alla Russia e quello che spinge di più per la difesa dell’Ucraina. E le conseguenze ci sono una volta di più.
La Russia ha interrotto le forniture di petrolio alla Polonia attraverso l’oleodotto Druzhba. Lo ha annunciato oggi su Twitter l’amministratore delegato dell’azienda PKN ORLEN, Daniel Obajtek, sottolineando che il Paese è “pienamente preparato” dal momento che “solo il 10 per cento del greggio proviene dalla Russia e lo sostituiremo con petrolio proveniente da altre fonti”.
Già all’inizio del mese l’azienda polacca aveva fatto sapere che il contratto con la russa Rosneft per la fornitura annua di 3,6 milioni di tonnellate di greggio era scaduto alla fine di gennaio e che il greggio russo era già stato sostituito dalle importazioni provenienti da altre fonti. “Fino al 90 per cento del greggio lavorato presso le raffinerie del Gruppo Orlen proverrà da fonti non russe a partire da febbraio 2023”, aveva fatto sapere in una nota, indicando come proprio “partner chiave Saudi Aramco”, il colosso saudita con cui è stato firmato nel 2022 “un accordo di partnership strategica che prevede, tra le altre cose, forniture di greggio sufficienti a coprire circa il 45 per cento della domanda delle raffinerie”.
L’oleodotto Druzhba, che fornisce petrolio a Polonia e Germania, nonché a Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, è stato escluso dalle sanzioni europee per aiutare i paesi che hanno opzioni limitate riguardo a forniture alternative.
