Trattato per la proibizione delle armi nucleari: la guerra in Ucraina lo rende più attuale
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Trattato per la proibizione delle armi nucleari: la guerra in Ucraina lo rende più attuale

Il 22 gennaio si celebra il secondo anniversario dell’entrata in vigore del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari

Trattato per la proibizione delle armi nucleari: la guerra in Ucraina lo rende più attuale
Trattato contro le armi nucleari
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

20 Gennaio 2023 - 18.31


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Domenica 22 gennaio 2023, una data da ricordare. Perché quel giorno  si celebra il secondo anniversario dell’entrata in vigore del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), la prima norma internazionale che dichiara illegali le armi nucleari. Uno strumento legale fortemente voluto dalla società civile che ne ha promosso la discussione e votazione all’Onu nel luglio 2017, operando poi per il raggiungimento delle ratifiche necessaria a farlo entrare in vigore il 22 gennaio 2021. Anche quest’anno dunque Senzatomica e Rete Italiana Pace e Disarmo, promotrici nel nostro Paese della mobilitazione “Italia, ripensaci”, vogliono celebrare questa importante data rilanciando le proposte concrete che, nel quadro del TPNW, potrebbero portare ad un disarmo nucleare concreto e globale. Una necessità resa sempre più impellente ed evidente dagli avvenimenti drammatici del 2022, in particolare dalle reiterate minacce di utilizzo dell’arma nucleare da parte della Russia. Ma un traguardo a cui ci si potrebbe realmente avvicinare implementando le 50 proposte del “Piano di Azione” elaborato a Vienna nel giugno dello scorso anno, durante la prima Conferenza degli Stati Parti del Trattato.

A due anni dall’entrata in vigore del TPNW

Il testo del Trattato TPNW sancisce l’illegalità delle armi nucleari e ne vieta l’uso, lo sviluppo, i test, la produzione, la fabbricazione, l’acquisizione, il possesso, l’immagazzinamento, il trasferimento, la ricezione, la minaccia di usare, lo stazionamento, l’installazione o il dispiegamento. Ad oggi 68 Stati lo hanno ratificato, impegnandosi a promuovere un processo graduale e sicuro verso un disarmo nucleare totale, mentre sono 92 i Paesi che lo hanno firmato. Negli ultimi 12 mesi sono 9 gli Stati ad essere entrati a far parte dell’elenco dei ratificatori, una crescita che dimostra la dinamica positiva di rafforzamento del Trattato, come reso evidente anche dal dibattito della Conferenza di Vienna. Un appuntamento di confronto che, nonostante la grande tensione internazionale, ha condannato in modo inequivocabile “qualsiasi minaccia nucleare, sia essa esplicita o implicita e a prescindere dalle circostanze”, la più forte ed esplicita condanna multilaterale di sempre della minaccia di usare armi nucleari. 

La “Dichiarazione di Vienna” – approvata per acclamazione e con pieno consenso – ha dimostrato che esiste una nuova alleanza globale che utilizza il quadro di riferimento del Trattato TPNW per ridurre i rischi di guerra nucleare, definendo passi concreti e collettivi per porre fine all’era delle armi nucleari. Insieme al “Piano d’azione” definito nella stessa sede costituisce un’azione concreta e mirata che coinvolge una comunità veramente globale di governi e società civile in percorsi di disarmo nucleare.

Purtroppo l’Italia mantiene al momento una posizione di distanza dal Trattato, evidenziata dalla decisione di non partecipare alla Conferenza di Vienna (cui invece hanno preso parte alleati UE e Nato pur non ancora parte del TPNW. Questa situazione però non ci scoraggia: Rete Italiana Pace e Disarmo e Senzatomica continueranno dunque a promuovere e rafforzare la mobilitazione “Italia, ripensaci” affinché Governo e Parlamento decidano di compiere passi concreti verso la costruzione di un mondo libero da armi nucleari, dando degno seguito all’impegno sottoscritto con il Trattato di Non Proliferazione (NPT). Siamo convinti che sia necessario trasformare la logica della giustificazione delle armi nucleari alla radice e concepire una sicurezza basata sul rispetto della dignità della vita di tutti. Come sosteniamo da anni l’Italia potrebbe iniziare a coinvolgersi in questo percorso anche solo sostenendo programmi di assistenza e compensazione per le vittime di armi e test nucleari, e per l’ambiente in cui vivono. Il stesso Piano di Azione di Vienna elaborato in seno al TPNW con l’aiuto della società civile internazionale ne prevede la possibilità, ed è in tal senso che continueremo la nostra pressione sul Governo, invitando inoltre – con una lettera che verrà inviata in occasione dell’Anniversario dell’entrata in vigore del TPNW – tutti i componente del Parlamento della XIX Legislatura a sottoscrivere l’ICAN Parliamentary Plegde a sostegno del Trattato.

Alcuni appuntamenti collegati all’anniversario del 22 gennaio 2023

Grazie al sostegno e all’iniziativa di associazioni ed enti locali su tutto il territorio nazionale le giornate prossime all’Anniversario di domenica 22 gennaio saranno ricche di momenti per approfondire e celebrare i contenuti e le proposte di disarmo nucleare del Trattato TPNW.

Eventi e mobilitazioni sono previste in particolare a Vittorio Veneto, Padova (dove ancora una volta suonerà la campana del Municipio), Empoli, Ivrea, Brescia (con una nuova iniziativa di mozione di sostegno al TPNW in corso), Torino (dove il tema del disarmo nucleare sarà il cuore del 47° presidio settimanale consecutivo per la Pace), Modena e Cervia a testimonianza della grande attivazione delle città e dei territori italiani a favore di percorsi per il disarmo nucleare. Non a caso sono oltre 200 le mozioni votate da Comuni, Province, Regioni italiane a sostegno di “Italia, ripensaci”, e più di 60 le adesioni esplicite al “Cities Appeal” promosso dalla International Campaign to Abolish Nuclear Weapons. Durante il weekend in molti luoghi verrà anche rilanciata la proposta (già messa in atto lo scorso anno) di far risuonare campane e campanelle a mezzogiorno come segno di festa per il “compleanno” del TPNW e richiamo sulla necessità di mettere al bando le armi nucleari come mezzo di costruzione della Pace.

Così Rete italiana pace e disarmo.

Un po’ di storia

Il 7 luglio 2017, dopo un decennio di azione da parte di ICAN e dei suoi partner, 122 Stati hanno votato per adottare un accordo globale storico di messa al bando delle armi nucleari, , conosciuto ufficialmente come Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW). Questa nuova norma legale offre una potente alternativa ad un mondo in cui si permetta alle minacce delle armi di distruzione di massa di prevalere. Fornisce un percorso positivo in un momento di allarmante crisi globale. Se mai c’è stato un momento per i leader internazionali di dichiarare inequivocabilmente la propria opposizione a questo tipo di armi, quel momento è ora.

Prima dell’adozione di questo Trattato, le armi nucleari erano le uniche armi di distruzione di massa non soggette ad un bando categorico nonostante le loro catastrofiche, persistenti, diffuse conseguenze umanitarie. Il nuovo accordo riempie così un rilevante vuoto nella normativa internazionale. Proibisce agli Stati di sviluppare, testare, produrre, realizzare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare gli armamenti nucleari, o anche permettere alle testate di stazionare sul proprio territorio. Inoltre impedisce loro di assistere, incoraggiare o indurre altri Paesi ad essere coinvolti in tali attività proibite.

 Le Nazioni che possiedono armamento nucleare devono, a seguito dell’adesione al Trattato, impegnarsi a distruggere i propri arsenali in accordo con un piano definito nel tempo e legalmente vincolante. Nazioni che ospitano armi nucleari alleate sul proprio territorio dovranno rimuoverle entro una data limite stabilita.

Il Trattato obbliga i propri Stati parte a fornire assistenza a coloro che hanno sofferto come risultato dell’uso e del test di armamenti nucleari, prendendo misure utili a risanare i territori contaminati.

Il Trattato è stato negoziato presso il Palazzo di Vetro dell’Onu di New York nel corso di quattro settimane di riunioni durante il 2017, con la partecipazione di 135 Stati e della società civile internazionale. È di natura permanente e sarà legalmente vincolante per le nazioni che vi aderiranno.

Impatto sulle alleanze militari

Gli Stati che non sono parte di alleanze militari con gli Stati firmatari possono essere interessati dall’entrata in vigore del TPNW se gli Stati firmatari sono tenuti a modificare la loro cooperazione con gli Stati dotati di armi nucleari e con quelli alleati a causa dei loro obblighi derivanti dal trattato. Ad esempio, mentre i membri della Nato possono aderire senza problemi al TPNW per essere in regola una volta entrato in vigore questi Stati dovranno rinunciare all’uso di armi nucleari per loro conto.

Impatto sulla produzione e sull’uso

Gli ultimi decenni insegnano che con l’entrata in vigore di altri Trattati di proibizione di armamenti la produzione di armi vietate tra gli Stati che ne fanno parte e gli Stati che non ne fanno parte è praticamente cessata. Ad esempio aziende statunitensi che producono munizioni a grappolo negli Stati Uniti hanno cessato la produzione da quando è entrato in vigore, nonostante gli Stati Uniti non ne siano parte.

Lo stesso avviene per quanto riguarda uso e trasferimento: dopo l’entrata in vigore del Trattato sulle mine anti-persona i circa 34 Stati che hanno esportato mine terrestri hanno cessato tutti i trasferimenti (nonostante non abbiano aderito al Trattato). Gli Stati Uniti hanno modificato la loro posizione sulle mine terrestri e sulle munizioni a grappolo dopo l’entrata in vigore di questi trattati.

L’entrata in vigore di precedenti divieti su specifiche armi (ad esempio per quanto riguarda le mine anti-persona o le munizioni a grappolo) ha portato a cambiamenti concreti ed evidente anche nella produzione, nelle politiche di utilizzo e nel trasferimento di queste armi anche nell’ambito di Stati non partecipanti a tali norme internazionali. Ciò avverrà anche per il TPNW inquinato alcune aziende hanno già iniziato ad adeguarsi a questo nuovo panorama giuridico.

Cosa significa questo per gli istituti finanziari?

Poiché l’assistenza è proibita dal Trattato, per molti Stati ciò significherà come in altri casi che il finanziamento o l’investimento nella produzione di armi nucleari venga considerato una violazione. Gli istituti finanziari spesso scelgono di non investire in “attività su armi controverse”, che sono tipicamente armi proibite dal diritto internazionale. L’entrata in vigore del TPNW colloca chiaramente le armi nucleari in questa categoria e probabilmente innescherà ulteriori disinvestimenti. Inoltre, gli Stati parte possono impartire direttive alle istituzioni finanziarie sotto la loro giurisdizione per la cessione da parte di società che producono l’arma proibita in Stati non parte. In previsione dell’entrata in vigore del TPNW, alcune istituzioni finanziarie, tra cui ABP, uno dei cinque maggiori fondi pensione del mondo, hanno già deciso di non investire più in produttori di armi nucleari.

Pressione internazionale

Gli Stati parte di questo Trattato TPNW avranno l’obbligo di sollecitare altri Stati ad aderire e dovranno lavorare per l’universalizzazione del Trattato. Ciò significa che non solo i cittadini, ma anche la pressione dei pari da parte di altri Governi aumenterà nel tempo, durante le visite di Stato, nelle discussioni bilaterali e multilaterali, in una vasta gamma di diversi organi delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali, in altri organi e incontri di Trattati, ecc.

Anche a causa di questa crescente pressione politica e normativa, i Paesi che si oppongono a un Trattato al momento della sua adozione hanno aderito a norme internazionali dopo la loro entrata in vigore. Dato il grande sostegno pubblico al TPNW in molti paesi che non vi hanno ancora aderito anche questi Paesi potrebbero seguirne l’esempio.

A partire dall’Italia.

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