Quale sarà il futuro del Pd ?«Per ora si sta parlando di leader senza mettere a fuoco le questioni cruciali per il futuro del Pd. Non immaginavo la fase costituente come un simposio di filosofi, ma come la costruzione di documenti tematici che incrociassero l’attualità, costruendo un’opposizione dal basso, intervenendo sulle contraddizioni che stanno esplodendo nel governo. Si sta parlando molto di regole, persino di candidature o dei tempi dei congressi futuri. Questioni importanti, ma che non attraggono l’attenzione dell’opinione pubblica».
Lo ha detto il deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando.
«Vedo che si ripropongono schemi che sono la causa della rottura del Pd con settori della società. Bisogna accentuare un’azione di recupero – spiega Orlando – di un rapporto con il mondo del lavoro, i giovani, le donne. Contendere il campo alla destra interpretando il conflitto sociale. Al di là dei personalismi, il Pd non ha risolto il tema della convivenza di una doppia anima: c’è chi pensa che l`attuale modello di sviluppo sia il migliore possibile e chi invece, come il sottoscritto, considera inaccettabili le diseguaglianze che produce. Nel Pd non c`è sintesi tra queste due aree ma un meccanismo di pendolo che rischia di mettere in difficoltà chi guida il partito. Se non si trova la sintesi, più che dividersi si perde la funzione di baricentro del Pd, la sua ragione d’essere”.
Chi parla di vocazione maggioritaria – sottolinea l’esponente Pd – dimentica che oggi c’è il rischio di scivolare verso un centro che fa apologia del capitalismo o un populismo di sinistra incapace di esprimere cultura di governo. Se vogliamo evitare ciò, si deve ripartire da un’ispirazione socialista”.
