I russi si ritirano da Kherson, il commento di Erdogan: "Un passo positivo"
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I russi si ritirano da Kherson, il commento di Erdogan: "Un passo positivo"

Svolta nella guerra in Ucraina, con il ritiro delle truppe russe da Kherson.

I russi si ritirano da Kherson, il commento di Erdogan: "Un passo positivo"
Putin ed Erdogan
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10 Novembre 2022 - 09.24


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L’annuncio è arrivato ieri dal ministro della Difesa russo Sergei Shoigu che ha ordinato lo spostamento dei militari sulla sponda sinistra del Dnepr. Una “decisione positiva”, secondo il Presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. “I nostri sforzi per la mediazione vanno avanti ma non possiamo dare una data specifica riguardo a quando potrebbe iniziare un negoziato” tra Mosca e Kiev, ha detto Erdogan in una conferenza stampa organizzata prima di partire per l’Uzbekistan, rispondendo a una domanda sulle prospettive di avviare negoziati di pace.

Secondo quanto rende noto il capo degli stati maggiori riuniti Usa, il generale Mark Milley un totale di 100mila militari russi sono rimasti uccisi o feriti nell’operazione contro l’Ucraina. E “probabilmente” l’Ucraina ha sofferto un numero paragonabile di vittime. I profughi ucraini sono fra i 15 e i 30 milioni e 40mila i civili ucraini deceduti. “Quando c’è una opportunità di negoziare. Quando si può arrivare alla pace, bisogna cogliere la palla al balzo”, ha aggiunto.

“La decisione di ripiegare sulla riva orientale del Dnepr non è facile ma allo stesso tempo salveremo la vita dei nostri militari”, ha spiegato il comandante delle forze russe in Ucraina, Sergei Surovikin dopo aver precisato che la città di Kherson, che sarà probabilmente abbandonata dai russi, e gli insediamenti adiacenti non possono essere riforniti. E Shoigu, rivolgendosi a Surovikin in diretta televisiva, ha sottolineato: “Le vite e la sicurezza dei nostri militari russi è sempre la nostra priorità. Abbiamo anche bisogno di tenere a mente le minacce ai civili. Procedete con il ritiro delle truppe e adottate tutte le misure per un trasferimento sicuro degli equipaggiamenti, delle armi e del personale oltre il fiume Dnepr”.

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